La Nuova Sardegna

Aumentano i guariti Niente vittime in 48 ore

di Silvia Sanna
Aumentano i guariti Niente vittime in 48 ore

Il virus frena, 17 nuovi positivi. Settimana decisiva in vista della fase 2

20 aprile 2020
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SASSARI. Ci sono almeno due buoni motivi per tirare un sospiro di sollievo e iniziare a guardare al futuro con un po’ di ottimismo: per la prima volta in 48 ore non c’è stata alcuna vittima e il numero dei guariti cresce di giorno in giorno in maniera significativa. Il coronavirus rallenta, il bilancio dei decessi resta fermo a 86 con l’ultima vittima – una donna sassarese di 93 anni – venerdì 17 aprile. In calo rispetto a ieri anche i nuovi positivi: erano 20 e sono scesi a 17, con una concentrazione ancora maggiore nel Nord Sardegna con 7 contagiati in più. Quella che si è chiusa ieri è stata per la Sardegna una delle settimane più confortanti dall’inizio dell’emergenza: dal 12 al 19 aprile le vittime sono state 13 e i nuovi positivi 102. In precedenza si viaggiava al ritmo di 40-50 contagiati al giorno e ci sono state giornate nerissime segnate dal record di 8 vittime.

I numeri. Il dato che colpisce subito è quello dei guariti: in un solo giorno sono state addirittura 34 le persone che hanno chiuso i conto con il coronavirus. Erano 231 e sono diventati 265, di cui 45 guariti clinicamente. Un balzo notevole, il più lungo nelle ultime tre settimane. In calo anche i pazienti ricoverati nelle terapie intensive, erano 23 e sono diventati 22, e i pazienti assistiti a domicilio, erano 746 e sono scesi sino a 725. È chiaro che l’emergenza non è finita ma la curva anche in Sardegna continua a scendere e il numero delle persone guarite è il triplo dei quello delle vittime.

L’ultimo mese. I primi due decessi in Sardegna risalgono al 15 marzo: a Cagliari e a Sassari avevano perso la vita un imprenditore di 42 anni – la vittima più giovane in assoluto – e un signore di 80 anni ricoverato nel reparto di Cardiologia. Da allora c’erano stati cinque giorni di pausa, segnati da nessuna nuova vittima ma incremento costante dei positivi. Con una concentrazione massima dei nuovi contagi negli ospedali, a Sassari in particolare, e nelle case di riposo e residenze sanitarie assistite di mezza Sardegna. Dal 21 marzo in poi i numeri erano precipitati in maniera molto veloce: da quella data sino al 12 aprile, domenica di Pasqua, non c’è stato giorno in cui la Sardegna non abbia pianto nuovi morti. Quasi sempre persone anziane e alle prese con patologie gravi: è ormai assodato che il virus attecchisce più rapidamente ed è aggressivo in presenza di malattie polmonarie, cardiache o diabete. Ecco perché il dato delle ultime 48 ore, zero morti e 37 nuovi positivi, deve essere considerato molto confortante.

Ospedali e case di riposo. La situazione non è ancora sotto controllo perché i focolai nelle strutture ospedaliere non sono ancora spenti. Ci sono operatori sanitari positivi in diverse strutture dell’isola e reparti ospedalieri obbligati a lavorare in situazioni di emergenza. Ieri nuovo allarme per un nuovo positivo all’ospedale Segni di Ozieri, già teatri di contagi . Il sindaco Marco Murgia ha lanciato l’allarme invitando la cittadinanza a rispettare rigidamente le restrizioni sul distanziamento sociale. Notizie positive invece arrivano dalle case di riposo, dove è in corso una massiccia attività di screening da parte dei medici militari e degli infermieri dell’Esercito. Tutti negativi i tamponi eseguiti nella casa di riposo di Siligo, che ospita una quarantina di persone. E nessun positivo neppure a Bonoirva, dove i tamponi sono stati eseguiti in due strutture per anziani del paese.. Il professor Sergio Babudieri, primario di Malattie infettive a Sassari, nell’intervista pubblicata ieri sulla Nuova, ha confermato che negli ultimi giorni non sono stati necessari ricoveri di anziani provenienti dalle strutture.

Una settimana. Se quella appena trascorsa si è chiusa con numeri incoraggianti, quella che inizia oggi potrebbe essere cruciale per capire che cosa succederà in Sardegna. Se da oggi sono al 25 la curva di contagi e decessi dovesse continuare a scendere, è possibile che il 26 – dead line fissata dalla Regione – alcune attività commerciali possano riaprire. Imprese legate al turismo, per esempio, per prepararsi ad affrontare una stagione che sarà senza dubbio anomala, attività commerciali come i negozi di abbigliamento, le librerie e gli studi professionali. Un lento ritorno alla vita, a piccoli passi, dopo quasi due mesi trascorsi in semi letargo.

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