La Nuova Sardegna

Tre vittime e undici positivi I guariti ancora in aumento

di Silvia Sanna
Tre vittime e undici positivi I guariti ancora in aumento

Il bilancio dei decessi sale a 96, dodici in più i pazienti che hanno sconfitto il virus Il sindaco di Gonnosfanadiga: morta una donna, l’Ats aveva detto che era negativa

23 aprile 2020
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wSASSARI. È stata ribattezzata la strage dei nonni e i numeri lo confermano. Anche ieri nel triste elenco dei decessi nell’isola, le tre nuove vittime avevano un’età avanzata e in due casi su tre patologie pregresse molto gravi. L’altra caratteristica in comune è questa: moltissimi anziani deceduti erano ospiti di case di riposo e Rsa, strutture di cura nate per proteggere le persone più fragili che invece si sono rivelate un colabrodo di fronte all’avanzata del coronavirus. Il bilancio dei morti in Sardegna sale a 96: l’ultimo elenco comprende due donne e un uomo, le prime due di Ossi (90 anni) e di Gonnosfanadiga (84), il terzo di Ossi (93 anni). Il piccolo comune del Sassarese continua a piangere nuove vittime: sono 12 dall’inizio dell’emergenza, 10 delle quali ospiti della casa di riposo Villa Gardenia. In aumento di 11 i pazienti positivi rispetto a ieri, di cui 6 nel Sassarese, 3 nella provincia del Sud Sardegna e 2 nella città metropolitana di Cagliari: il totale sale a 1247 compresi i decessi. All’elenco delle vittime è necessario aggiungere un 90enne di Riola Sardo, componente del nucleo familiare risultato positivo al virus due giorni fa.

I numeri. È stata una giornata record per quanto riguarda il numero dei tamponi: nelle ultime 24 ore – fa sapere l’Unità di crisi della Regione – ne sono stati eseguiti 1000 e il totale è salito sino a 16886. Certo, il numero quotidiano di test è inferiore rispetto a quello annunciato dalla Regione da alcune settimana «puntiamo a farne 2mila al giorno» ma è comunque il dato più alto dall’inizio dell’emergenza. Troppo poco ancora, secondo il consigliere regionale dei Progressisti Gianfranco Satta che durante l’audizione dell’assessore Nieddu in commissione Sanità ha chiesto spiegazioni proprio sul numero insufficiente di tamponi eseguiti: «Siamo agli ultimi posti e questo va tenuto in considerazione per valutare l’effettiva diffusione della malattia. Inoltre non si capiscono i criteri di priorità che si applicano a chi attende un tampone. Chi decide a chi praticarli?».

Ricoverati e guariti. Entrambi i dati sono confortanti, perché i ricoverati si mantengono più o meno uguali e i guariti invece aumentano con un trend in crescita costante. Nel dettaglio, in ospedale al momento si trovano 117 pazienti con sintomi e 20, uno in meno rispetto a ieri, in terapia intensiva. Sono 716 le persone che seguono le terapie in isolamento domiciliare mentre i guariti sono 318, 12 in più, di cui 50 guariti clinicamente. Nella distribuzione dei contagi bollino rosso per il Nord Sardegna con il 64% dei positivi di tutta la Regione e massima attenzione verso Sassari, in assoluto il Comune più colpito con oltre 300 casi di positività.

Lo sfogo dei sindaci. Da settimane, da quando è iniziata l’emergenza, hanno chiesto a gran voce di essere informati, in qualità di responsabili della salute pubblica, della situazione Covid nei loro territori. I sindaci hanno sollecitato l’Ats a informarli subito dei nuovi casi positivi – così da disporre le misure di sicurezza e contenimento necessarie – per comunicare dati certi alla popolazione evitando così il diffondersi di voci incontrollate e di fastidiose caccie all’untore. Dopo iniziali incomprensioni il rapporto sindaci-Ats–Unità di crisi sembrava essere ritornato nei binari giusti. Ma qualcuno evidentemente ancora non funziona. Ieri il sindaco di Gonnosfanadiga Fausto Orrù è stato protagonista di un lungo sfogo su Facebook. Il primo cittadino ha riferito di avere appreso dalla stampa del decesso della signora di Gonnosfanadiga ospite della casa per anzian. Il sindaco dice che la donna era affetta da broncopolmonite ed era stata sottoposta «non solo a uno ma a due tamponi che avevano escluso il contagio da Covid. Ora invece scopro che la signora è morta di coronavirus». Il sindaco – che ha disposto la chiusura della casa di riposo e richiesto il test per il personale della struttura – attacca: «L’emergenza è gestita malissimo, io non sono stato informato e non ho potuto prendere i provvedimenti per tutelare la sicurezza. Sono stanco, noi sindaci vogliamo rispetto, non essere trattati come pezze da piedi».

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