La Nuova Sardegna

Allarme microplastiche nel Tirreno

Allarme microplastiche nel Tirreno

Nei fondali dell’isola stimati 1,9 milioni di frammenti per metro quadro

01 maggio 2020
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SASSARI. Nei fondali del Tirreno, tra Sardegna, Corsica, Lazio e Toscana è presente la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nei mari. E gli oceani in 16 anni hanno fatto registrare un innalzamento del livello di 14 millimetri. A dirlo due ricerche pubblicate dalla rivista Science. L’allarmante dato di 1,9 milioni di microscopici frammenti per metro quadrato è contenuto in uno studio condotto dalle Università di Manchester, Durham e Brema, insieme al Centro oceanografico britannico (Noc) e all'Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (Ifremer) che ha incrociato i dati delle mappe dei fondali con i modelli delle correnti marine profonde. Analisi che hanno permesso, ad esempio, di capire che le microplastiche non sono distribuite in maniera uniforme. In realtà, sottolineano gli esperti, si depositano in aree specifiche, che rappresentano per i fondali quello che le “isole di spazzatura” sono per le acque più superficiali. Ad alimentare questi spostamenti sono le correnti marine profonde che portano ossigeno e nutrienti. Un aspetto che mostra come le microplastiche finiscano per accumularsi nei punti dove si concentra la maggiore biodiversità marina, rischiando di essere più facilmente ingerite dagli organismi.

Un secondo studio, sempre pubblicato da Science, è firmato dal gruppo dell'Università di Washington coordinato dal Benjamin Smith, basato sui dati dei satelliti della Nasa, ICESat e ICESat-2, e mostra che lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e in Antartide ha innalzato il livello degli oceani dal 2003 al 2019.

La mappa realizzata dai satelliti della Nasa, grazie a tecnologie laser, indica che in media la quantità di ghiaccio perduta, rispettivamente, da Groenlandia e Antartide è di 200 e 118 miliardi di tonnellate l'anno: 1 miliardo di tonnellate di ghiaccio, precisano gli esperti, equivale all'incirca a 400.000 piscine olimpioniche. «Quel che osserviamo nei ghiacci, con un dettaglio senza precedenti - osserva Smith - ha a che fare con i cambiamenti a lungo termine nel clima». Numeri a cui si aggiungono in questo periodo le misure record delle temperature al Polo Nord, riscaldato da un flusso di aria “bollente” proveniente dall'Asia. Secondo le mappe del Centro meteo americano Gfs (Global forecast system), infatti, la temperatura nel Polo Nord ha toccato anche i 20 gradi in più.

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