La Nuova Sardegna

Coronavirus, Fase 2: nelle strutture private impossibile fare i tamponi

Coronavirus, Fase 2: nelle strutture private impossibile fare i tamponi

L’alternativa per chi non è un caso sospetto è quella degli esami sierologici. Qualche laboratorio li esegue già: costo 43 euro. Altri si stanno attrezzando

06 maggio 2020
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SASSARI. Sia che si parli di viaggiatori in entrata che in uscita, le chance di ripresa di una delle principali vittime economiche del Covid-19, il turismo, passano per dei test che in questo momento sono tutt’altro che di massa e accessibili. Emblematica la lettera di un affezionato frequentatore dell’isola che da 28 anni ci trascorre le ferie: «Purtroppo quest'anno con immenso dispiacere, dati che ho già prenotato traghetto e alloggio, dovrò rinunciare» scrive, e spiega di aver lsaputo che Solinas prevede per i turisti il tampone fatto non prima di 7 giorni dalla partenza (ora si considera anche l’ipotesi di test sulla saliva): «Il governatore ci dica dove dovremmo andare a fare i test se nessuna struttura lo può fare, a volte non lo fanno nemmeno agli ammalati».

Lo stesso problema rischiano di averlo i sardi che volessero spostarsi, per turismo o per lavoro, e gli venisse richiesto di provare se hanno mai avuto contatti con il coronavirus. Ebbene, avrebbero seri problemi per procurarsi l’agognato lasciapassare con l’effettuazione di un tampone (viene fatto solo in strutture pubbliche e a persone seriamente sospettate di essere state contagiate perché presentano sintomi o per il fatto di essere venute certamente a contatto con un infettato). Ma anche fare un test sierologico sembra essere un’impresa. Abbiamo contattato un buon campione di laboratori di analisi privati dei quattro capoluoghi sardi chiedendo se fosse possibile effettuarlo e solo uno, a Sassari, ha dato risposta affermativa. Al costo di 43 euro un operatore bardato come un astronauta e seguendo tutte le precauzioni del caso effettua il prelievo del sangue e l’esito viene trasmesso in giornata via mail. L’attendibilità è del 96 per cento, piuttosto alta.

Per il resto è una lunga sequela di «ci dispiace, non li facciamo». «Non siamo stati autorizzati» spiega un laboratorio di Cagliari. Un centro di Nuoro fa sapere che «i test sono in arrivo, ma non sappiamo ancora quando: si tratta di test rapidi con esito immediato (sono quelli che si effettuano facendo scorrere una goccia di sangue su una particolare tavoletta), pensiamo che il costo possa aggirarsi sui 40 euro». Altri, come un laboratorio di Oristano, rispondono «stiamo valutando il da farsi», mentre la responsabile di un centro di Olbia afferma di attendere dei kit che siano omologati dall’Istituto superiore di sanità e diano una certezza almeno del 99 per cento. Insomma, la fase 2 è ancora tutta da inventare. (a.palm.)

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