La Nuova Sardegna

Coronavirus, subito cento milioni da Intesa San Paolo per aiutare il turismo sardo

di Claudio Zoccheddu
Coronavirus, subito cento milioni da Intesa San Paolo per aiutare il turismo sardo

La Banca congela per 24 mesi le rate sui finanziamenti. Monceri: «Crediamo che la stagione si possa salvare»

08 maggio 2020
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SASSARI. Crederci è la condizione fondamentale per programmare il futuro, nonostante le incertezze di una condizione complicata. Lo sanno gli imprenditori turistici e lo sanno anche i finanziatori. Intesa San Paolo ha scelto di sostenere il turismo sardo mettendo a disposizione delle imprese un plafond di più di cento milioni di euro fino a 72 mesi associato alla possibilità di sospendere le rate dei finanziamenti già erogati, una misura annunciata e attivata all’inizio dell’emergenza sanitaria ma che è stata estesa sino a un massimo di 24 mesi.

L’annuncio è di Pierluigi Monceri, responsabile della direzione regionale di Intesa San Paolo in Sardegna, Sicilia, Lazio, Abruzzo e Molise: «Nei giorni scorsi abbiamo incontrato una ventina di imprenditori turistici della Sardegna, una quota rappresentativa del settore dato che insieme offrono il 40 per cento dei posti letto disponibili. Insieme a loro, purtroppo solo in videoconferenza, abbiamo ragionato sulle aspettative e sulle novità imposte dalla diffusione del Covid-19 – spiega Monceri –. Quindi siamo riusciti ad isolare alcuni ambiti di sviluppo e altrettante azioni di rilancio attuabili anche in questo periodo. Noi abbiamo quindi messo a disposizione 100 milioni di euro per nuovi finanziamenti, necessari per governare l’emergenza, a cui abbiamo associato una moratoria che è stata allungata a 24 mesi proprio per sostenere le imprese».

Intesa San Paolo ha messo in campo le stesse misure in tutta Italia, con un piano complessivo da 2 miliardi, ma l’isola avrebbe una possibilità in più rispetto agli altri territori: «Che è anche il suo punto debole – aggiunge Pierluigi Monceri – ma in un momento come questo potrebbe rappresentare una via di fuga per salvare perlomeno una parte della stagione turistica. Il fatto che l’81 per cento del flusso turistico sia concentrato nel periodo che va da maggio a settembre può diventare una buona notizia, significa che, qualora andasse tutto bene e la Sardegna rimanesse una delle regione meno colpite dal virus, si potrebbe salvare una buona parte della stagione». L’ambiente, in questo caso, giocherebbe un ruolo fondamentale: «Ci sono gli spazi che garantiscono il distanziamento e su cui potrebbe essere più facile organizzare la “sicurezza”. Il fattore psicologico – spiega ancora Monceri – giocherà un ruolo fondamentale».

Ma l’attenzione non può essere concentrata solo sulla stretta attualità o sul futuro prossimo, sarà necessario spingersi un po’ più in là: «Ora io non voglio fare l’esperto di turismo, il mio ruolo è un altro ma le misure che proponiamo ai nostri clienti, circa il 35 per cento del totale degli operatori turistici, sono chiaramente proiettate verso il futuro. Se il governo e la Regione mettessero in campo azioni importanti, con le imprese ancora in gioco nonostante le incertezze del 2020, credo che si potrebbe iniziare a ragionare sull’allungamento della stagione turistica – conclude il direttore di Intesa San Paolo – associandola alla generosità del clima e a servizi ed attrazioni che potrebbero essere organizzate a prezzi interessanti, anche lontano dal classico panorama balneare». Il 2020, dunque, potrebbe diventare lo spartiacque dello sviluppo turistico, una stagione nata con l’incertezza di una continuità territoriale tutta da programmare, con i competitor del nord Africa pronti a ripartire, ma allo stesso tempo arrivata dopo un incremento costante del settore fatto segnare tra il 2016 e il 2019.
 

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