La Nuova Sardegna

I dubbi sul bonus famiglia: fondi a tutti i disoccupati

di Silvia Sanna
I dubbi sul bonus famiglia: fondi a tutti i disoccupati

Una circolare regionale chiarisce ai sindaci gli aspetti più controversi della norma. A beneficiare del sussidio sarà anche chi non ha perso il lavoro a causa del Covid

09 maggio 2020
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SASSARI. Tanti dubbi, troppi, che hanno avuto l’effetto peggiore possibile: congelare i fondi messi a disposizione per le famiglie, i bonus da 800 euro al mese per due mesi destinati a chi da un giorno all’altro è finito in ginocchio per l’emergenza Covid-19. A stabilire il sostegno economico è la legge regionale 12 approvata l’8 aprile declinata due giorni dopo con una delibera. Non abbastanza esplicativa, evidentemente, considerato che soltanto 8 sindaci sardi hanno distribuito le risorse a chi aveva i requisiti stabiliti. Appena 8, nonostante l’obiettivo dichiarato da parte della giunta – e di fronte al quale moltissimi primi cittadini avevano manifestato perplessità – fosse quello di liquidare tutti entro 48 ore. Come? Tagliando di netto la burocrazia attraverso la presentazione delle domande con autocertificazione da parte dei richiedenti e rimandando l’istruttoria, con la verifica sulla veridicità o meno delle dichiarazioni, a una fase successiva. Sembrava semplice, invece il percorso si è rilevato tortuoso. Ora la giunta prova a chiarire le regole con una nuova circolare. Dato fondamentale: il sussidio spetta a tutti, disoccupati post e pre Covid.

I fondi stanziati. Il tesoretto da cui attingere il bonus famiglia ammonta complessivamente a 120 milioni di euro, di cui 89 messi a disposizione dalla Regione e 31 già presenti nei bilanci dei singoli Comuni. La Regione ha stanziato inizialmente una quota (dal 20 al 50 per cento) degli 89 milioni e nel frattempo i Comuni hanno calcolato il fabbisogno. Con una finalità: non lasciare indietro nessuno e fare circolare le risorse tra i Comuni sulla base della necessità.

Le domande. Sono state moltissime ma capire chi aveva diritto al bonus e chi no si è rivelato complicato. Per questo i sindaci hanno chiesto chiarimenti alla Regione, in particolare su un paio di questioni: il sussidio spetta ai disoccupati causa Covid o anche a chi era già disoccupato prima dell’emergenza? Ancora: quali sono i criteri di cumulabilità con altre forme di sostegno come il reddito di cittadinanza o con le altre misure stabilite dal Governo o dalla Regione? Nel timore di non seguire la procedura corretta e di incappare nei rilievi dei revisori dei conti moltissimi sindaci hanno schiacciato il freno.

I chiarimenti. In apertura del punto stampa il governatore Christian Solinas ha confermato che una circolare – questa volta veramente esplicativa – spazzerà via dubbi e timori. Solinas riferendosi ai sindaci ha parlato di «eccesso di zelo burocratico fase iniziale, nonostante fosse stato detto che questa norma doveva tagliare la burocrazia attraverso l’autocertificazione e i controlli in una fase successiva». Ecco i chiarimenti sui punti salienti: il sussidio spetta sia a chi è rimasto senza lavoro a causa dell’emergenza Covid sia a chi era già disoccupato e per via del lockdown ha perso la possibilità negli ultimi mesi di trovare un lavoro. E il bonus è cumulabile con altre forme di sostegno al reddito – come il reddito di cittadinanza – sino al raggiungimento della cifra massima prevista, cioé 800 euro, mentre non devono essere calcolati altri sussidi come i fondi per la non autosufficienza e i bonus spesa , questi ultimi perché erogati una tantum. Lo stesso Solinas ha aggiunto che la Regione è pronta ad ampliare la platea dei beneficiari nel caso soggetti o famiglie bisognose dovessero risultare escluse.



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