La Nuova Sardegna

Due fucilate nell’ovile assassinato un 36enne

di Giancarlo Bulla
Due fucilate nell’ovile assassinato un 36enne

Il cadavere ritrovato dal padre nel capannone dell’azienda di famiglia

11 maggio 2020
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GENONI. Hanno atteso il momento giusto, ben sapendo che nelle campagne di “Putzu Nicola”, al confine col territorio di Nureci, nessuno avrebbe badato al rumore degli spari. Hanno atteso e sono entrati in azione per uccidere un giovane allevatore. La vittima è Gianfranco Melis, un allevatore 36enne incensurato. A fare la macabra scoperta è stato il padre Giovanni, pensionato 79enne che ieri mattina, poco dopo il sorgere del sole, era andato a cercarlo, preoccupato perché non era rientrato dopo la notte. Il giovane mancava da casa da sabato pomeriggio, quando era uscito per andare in campagna. I familiari non si sono preoccupati del mancato rientro di Gianfranco per la notte, capitava spesso che facesse tardi al lavoro e decidesse di dormire in azienda. Una volta scoperto il cadavere del figlio, l’anziano allevatore ha allertato la centrale operativa dei carabinieri della compagnia di Isili attraverso il 112.

Il ritrovamento. Il corpo privo di vita di Gianfranco Melis si trovava all’interno del capannone dell’azienda di famiglia. Nei momenti successivi al ritrovamento si pensava che le cause del decesso fossero da ricondurre a una disgrazia, tanto che nel paese del Sarcidano è corsa la voce che a provocare la morte dell’allevatore potesse essere stata una scarica elettrica. Nelle campagne di Genoni si sono precipitati i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Isili e del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Nuoro. Gli immediati accertamenti effettuati dai militari, guidati dal tenente colonnello Saverio Aucello e dal capitano Elias Pasquale Ruiu, hanno consentito di appurare, senza ombra di dubbio, la natura violenta della morte dell’allevatore che sarebbe stato ucciso da due colpi di arma da fuoco, quasi sicuramente un fucile. I rilievi sulla scena del crimine sono stati effettuati dai carabinieri del reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Cagliari. L’esame obiettivo è stato eseguito dal medico legale Roberto Demontis, alla presenza di Nicola Giua Marassi, il magistrato di turno che coordina le indagini. Il sostituto procuratore nella tarda mattinata ha disposto la rimozione del corpo della vittima che è stato trasportato nell’istituto di medicina legale del policlinico universitario di Monserrato dove questa mattina Roberto Demontis, l’anatomopatologo incaricato, farà l’esame autoptico.

Le indagini. I carabinieri indagano a trecentosessanta gradi. Non escludono alcuna ipotesi e seguono diverse piste. Cercano innanzitutto di scoprire il movente dell’omicidio che quasi sicuramente è avvenuto nella serata di sabato. I militari stanno setacciando la zona e sentendo gli amici e i vicini di pascolo della vittima. Si cerca di capire cosa sia successo nell’azienda Melis. La vittima, primogenito dei tre figli di Gesuina Pitzalis e Giovanni, viveva con i genitori a Genoni. L’omicidio è inspiegabile per la comunità. Gianfranco era conosciuto da tutti come una persona senza macchia, tutto lavoro e casa. L'unico suo svago era il bar del paese in cui si incontrava con gli amici.

«Per la nostra comunità, che è attonita, è stato un fulmine a ciel sereno – sottolinea il sindaco di Genoni, Gianluca Serra –. Gianfranco, infatti, era un bravo ragazzo, tranquillo. Si faceva gli affari suoi ed era un gran lavoratore, così come lo sono i suoi familiari. Non riesco a capacitarmi. Il nuovo delitto ha scosso la nostra piccola comunità». «Conoscevo molto bene la vittima – afferma il parroco don Gerardo Pitzalis, originario di Genoni –. Era un ragazzo molto riservato e di indole buona. La vecchia casa dei suoi genitori confinava con quella della mia famiglia. Un dolore immenso per il padre Giovanni e la madre Gesuina, già provati nel corso degli anni da altri drammi. Mi auguro che venga scoperto l’assassino e che non si riaccenda la vecchia faida». Il timore del parroco potrebbe non trovare riscontri con quanto accaduto in paese nel passato prossimo. Tra l’omicidio di Roberto Vinci, ucciso l’agosto scorso, e quello di ieri pare non ci sia alcun legame.

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