La Nuova Sardegna

Riaprire o aspettare? Sindaci sardi in ordine sparso

Riaprire o aspettare? Sindaci sardi in ordine sparso

Scelte differenti nei Comuni sardi, ma sembra prevalere la prudenza. Olbia e Gallura accelerano. Sassari, Nuoro, Oristano e Alghero per il no

11 maggio 2020
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SASSARI. Grande è la confusione sotto il cielo, ma la situazione potrebbe non essere eccellente. Avranno ragione i sindaci che spingono per le riaperture o i primi cittadini più prudenti? Lo si capirà solo tra un paio di settimane. Per ora si sa che da domani a Olbia, ma anche a Sennori e Dolianova ci si potrà tagliare i capelli, fare il colore e acquistare un paio di pantaloni o delle scarpe. A Porto Torres e Oristano no, ma neppure a Sassari e Cagliari e nella maggior parte dei centri dell'isola. I sindaci sardi, dopo aver assistito venerdì sera, forse un po' spaesati, alle comunicazioni del presidente della Regione, ieri mattina hanno dovuto decidere se accollarsi la responsabilità di una scelta non supportata da dati scientifici rilevanti - l'indice Rt - oppure soprassedere e attendere un'evoluzione più chiara della situazione. Non si può dire che tra i sindaci che hanno scelto di aprire ci sia un'uniformità politica con l'amministrazione regionale: sono del centrodestra Settimo Nizzi (Olbia) e Mario Conoci (Alghero) eppure hanno adottato decisioni opposte. A Olbia si riapre, a Alghero si rimane prudenti.

I sindaci. «Siamo davanti a una svolta - dice il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi -. Da domani gran parte delle attività commerciali, finalmente, potranno ricominciare a lavorare. Non abbiamo avuto nuovi contagi, siamo scesi a soli due ricoverati. Voglio però ricordare che qualora aumentasse l'indice Rt ritireremo l'ordinanza che autorizza le riaperture e saremmo di nuovo tutti a casa». Permane il divieto di accesso alle spiagge: «Vi chiedo di evitare ancora per qualche settimana - dice ancora Nizzi -. Capisco che è un nostro patrimonio, ma lo è anche la salute collettiva». Scelgono l'attesa invece il sindaco di Sassari, Nanni Campus (che però non aveva neanche il conforto di un indice Rt favorevole con quel valore vicino a 1), il suo collega di Oristano, Andrea Lutzu (del centrodestra), ma anche Andrea Soddu, sindaco di Nuoro di area centrosinistra, il primo cittadino di Porto Torres Sean Wheeler, del Movimento 5Stelle.

La strana alleanza. Alghero, Nuoro e Oristano si ritrovano su una posizione comune e la spiegano in una nota congiunta. Il riferimento è all'indice Rt: «L'assenza di questo parametro non ci permette di stabilire se nei nostri territori si possa aprire in sicurezza o meno, perché, di fatto, non conosciamo il livello di presenza del virus tra le nostre comunità». Conoci, Luztu e Soddu dicono di essere «pronti a riaprire tutto il possibile, conosciamo il disagio economico e sociale che tantissimi nostri concittadini stanno vivendo in questo periodo di chiusura forzata. Le ordinanze sono già pronte e quando saremo messi in grado di emanarle, lo faremo con immediatezza. Si riapre invece a Villanovaforru, Comune guidato dal sindaco Maurizio Onnis, di area indipendentista. «Un atto importante di disobbedienza civile», spiega Onnis.

Provincia di Sassari. Gli unici centri a prevedere un via libera sono Sennori e Stintino. A Castelsardo negozi e servizi alla persona sempre chiusi, ma spiaggia aperta.

Gallura free. Il maggior numero di ordinanze permissive si registra in Gallura dove Olbia ha fatto scuola. Ad Arzachena il sindaco ha firmato dopo cinque giorni di riflessioni. «C'è - commenta Roberto Ragnedda -, la necessità di far ripartire in modo graduale l'economia. Ho emesso il provvedimento nonostante non abbia avuto dalla Regione una certificazione certa. Resta l'amarezza per un pessimo modo di comunicare e dialogare da Cagliari con gli enti locali in questa seconda fase dell'emergenza sanitaria. Ribadiamo che servono regole e protocolli certi e chiari». A La Maddalena il sindaco Luca Montella dà il via libera, ma con qualche restrizione. Oltre alla tenuta di un registro apposito, i servizi devono essere forniti esclusivamente ai clienti residenti, domiciliati e dimoranti sull'isola. Sempre dall'11 al 17 maggio, salvo diversa valutazione dell'andamento della curva di diffusione del virus, consente la riapertura dei negozi di abbigliamento, calzature, gioiellerie, profumerie. Sempre nel rispetto del distanziamento personale e del divieto di assembramento. A Golfo Aranci il sindaco mario Mulas ha deciso per il sì: «L'ho fatto anche se dalla Regione non è arrivata la certezza del dato sulla trasmissibilità del contagio, l'ho fatto perché credo sia necessario riprendere la vita e le attività nel modo più normale possibile, l'ho fatto perché si è deciso di demandare ai sindaci l'assunzione di questa responsabilità e un sindaco non si tira indietro, anche se la penna stavolta ha pesato più che mai». Anche l'Alta Gallura e il Monte Acuto fremono per ripartire. Le ordinanze di apertura sono già state firmate, nei giorni scorsi, dal vice sindaco di Tempio Giannetto Addis e dai primi cittadini Marisa Careddu (Luras), Fabio Albieri (Calangianus), Carlo Duilio Viti (Sant'Antonio di Gallura), Giampiero Carta (Trinità d'Agultu e Vignola), Giovanni Antonio Satta (Buddusò), Gian Mario Mamia (Badesi), Antonio Tirotto (Aglientu), Francesco Ledda (Alà dei Sardi), Andrea Nieddu (Berchidda), Emanuele Mutzu (Monti). A Luogosanto hanno bisogno di qualche giorno in più e le serrande potrebbero essere sollevate martedì. Hanno deciso, invece, di rimandare la riapertura i sindaco di Oschiri, Piero Sircana e quello di Aggius, Nicola Muzzu, che dice che per ora «non ci sono le condizioni per aprire. Senza i protocolli sanitari con l'Inail non esporrò mai i miei concittadini al rischio di contagio». Attività riaperte da domani anche a Isili, Gonnosfanadiga, San Sperate, Villacidro, Santa Maria Coghinas, Carbonia, Villasor, Pula, Villasimius, Morgongiori, Bortigali, Sanluri, Villaspeciosa, Perfugas, Ilbono, Dolianova. (w.b. e s.d.)

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