La Nuova Sardegna

GENONI/L’omicidio dell’allevatore 

Il movente è un rebus Il paese: Melis senza nemici

Il movente è un rebus Il paese: Melis senza nemici

GENONI. Sgomento, dolore e incredulità per l’omicidio di Gianfranco Melis, l’allevatore 36enne, celibe e incensurato, avvenuto sabato in località “Putzu Nicola” tra Genoni e Nureci. Il suo corpo è...

12 maggio 2020
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GENONI. Sgomento, dolore e incredulità per l’omicidio di Gianfranco Melis, l’allevatore 36enne, celibe e incensurato, avvenuto sabato in località “Putzu Nicola” tra Genoni e Nureci. Il suo corpo è stato rinvenuto domenica mattina dal padre Giovanni nell’azienda agropastorale di famiglia, in un capannone. Secondo una prima analisi esterna della salma effettuata ieri a Monserrato dal medico legale Roberto Demontis, Melis sarebbe stato ucciso da due fucilate, esplose con molta probabilità da distanza ravvicinata, che lo hanno colpito al petto e al basso ventre. Sul delitto indagano i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Nuoro coadiuvati dal Norm di Isili, guidati dal tenente colonnello Saverio Aucello e dal capitano Elias Pasquale Ruiu. Coordina le indagini il sostituto procuratore del tribunale di Cagliari Nicola Giua Marassi.

I militari mantengono il più stretto riserbo e vagliano diverse ipotesi. Sia domenica che ieri hanno interrogato parenti, amici e conoscenti della vittima per cercare di fare luce sul suo recente passato. Un lavoro non facile: Melis sembrava non avere nemici. Era descritto da tutti in paese come un bravo ragazzo, benvoluto da tutti, riservato, generoso, un gran lavoratore, uno abituato a farsi gli “affari suoi”.

Non si esclude che l’allevatore abbia casualmente visto qualcosa che non avrebbe dovuto e l’assassino abbia così deciso di eliminarlo. Con molta probabilità l’omicida conosceva le abitudini dell’allevatore, appassionato di lavori artigianali, che spesso si tratteneva sino a notte fonda nel capannone dove è stato freddato. Gli inquirenti si aspettano delle utili indicazioni per il prosieguo delle indagini dall’ esame autoptico, come ad esempio l’orario presunto della morte, ma anche dai rilievi dei Ris. Intanto centinaia di persone hanno manifestato il cordoglio e la vicinanza al padre Giovanni, alla madre Gesuina Pitzalis e al fratello Giorgio, in passato provati da altri drammi. (gian carlo bulla)

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