La Nuova Sardegna

Coronavirus in Sardegna, apertura di porti e aeroporti: sì al tampone negli scali

di Silvia Sanna
Coronavirus in Sardegna, apertura di porti e aeroporti: sì al tampone negli scali

No allo sblocco dei collegamenti dal 3 giugno: si parte l’1 solo con i voli della Ct1. Via libera dal 15 al 25 al traffico passeggeri ma con obbligo di controlli sanitari

16 maggio 2020
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SASSARI. Il Governo dà il via libera allo spostamento tra le Regioni e fissa una data: da mercoledì 3 giugno sarà possibile attraversare l’Italia in lungo e in largo senza autocertificazione, salvo diverse indicazioni da parte delle Regioni. E la Sardegna ci va cauta: nessuno sblocco totale di porti e aeroporti, la liberalizzazione avverrà non prima del 15 giugno. Ed entro quella data bisognerà decidere come monitorare lo stato di salute di chi arriva: tra tamponi, test sierologici e app il discorso ancora non è chiuso ma potrebbero esserci novità a breve. Intanto il governatore Solinas conferma il cronoprogramma indicato due giorni fa: si parte con lunedì 18 maggio con i voli privati da Olbia, Alghero e Cagliari e si prosegue il 1 giugno con i voli in continuità territoriale dai tre scali verso Roma e Milano. Il terzo step tra il 15 e il 25 giugno: si comincia con i voli nazionali extra Ct1 per arrivare alla riapertura anche per quelli internazionali. Significa che i turisti provenienti dall’estero non potranno arrivare nell’isola prima del 25 giugno. Ma non è scontato che accada: sia per quanto riguarda i voli nazionali fuori dalla Continuità che quelli internazionali, un eventuale peggioramento della curva dei contagi potrebbe portare allo stop delle partenze dalle aree critiche. Una situazione in continua evoluzione strettamente collegata sia ai dati sulla diffusione del virus sia, appunto, al sistema di monitoraggio e controllo degli arrivi.

Tamponi. La Regione sta cercando il sistema migliore per dare sicurezza ai visitatori e mantenere l’isola Covid-free. Dice Solinas: «Il tema è al centro di un confronto serrato con gli operatori turistici e con le società di gestione di porti e aeroporti. L’obiettivo è duplice: essere sicuri che chi viene in vacanza sia in buona salute e cercare di non allungare eccessivamente i tempi degli sbarchi. Per questo stiamo cercando il modello migliore. Alcuni grandi resort hanno proposto di farsi carico in autonomia dei tamponi sugli ospiti alla reception, ma è chairo che questa è una possibilità per pochi e solo per un certo segmento turistico». Per avere una mappatura accurata e limitare al massimo i rischi «i turisti dovrebbero esibire il passaporto sanitario che certifichi di avere eseguito il tampone». Ma i costi, notevoli, sarebbero a suo carico «a meno che – dice Solinas – non ci sia nelle prossime settimane la liberalizzazione del servizio con conseguente abbattimento dei costi». Una buona alternativa c’è: «È stato già brevettato un tampone salivare con processazione molecolare e non sierologica, dunque molto attendibile. E i tempi sarebbero accettabili».

La app. Se ne parla da tempo ma ancora non c’è nulla di concreto. L’idea, però, assicura Solinas, non è mai stata accantonata: «Vogliamo tracciare attraverso una app i turisti che sbarcano in Sardegna, così da poter ricostruire i contatti in caso di eventuale contagio. Un sistema che ci permetterebbe di individuare subito i focolai e provvedere a chiusure mirate e non a un nuovo lockdown».

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