La Nuova Sardegna

Charter nautico, imprese sarde in rotta verso il baratro

Charter nautico, imprese sarde in rotta verso il baratro

L’appello alla Regione: turisti messi in fuga dalle voci sui protocolli sanitari, subito regole chiare e facili

24 maggio 2020
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SASSARI. I turisti stanno snobbando la Sardegna e il settore della nautica è nel dramma. A lanciare l’allarme sono le imprese del charter nautico che temono di non riuscire a limitare i danni già evidenti. «Le ragioni della fuga di massa – spiegano in una nota – sono semplici e condivise da tutti: tour operator, broker e agenzie specializzate del settore, in un momento di grande sofferenza del mercato, stanno dirottando il turismo verso mete in cui le linee guida per l'accoglienza sono semplici e chiare (Slovenia, Croazia, Grecia e Turchia), al contrario di quelle che abbiamo, per il momento, in Sardegna». Sotto accusa le voci di «regole e relativi vincoli parte integrante del “protocollo sanitario” che verrebbe imposto a tutti coloro che scegliessero la Sardegna quale meta delle loro vacanze». Un messaggio «martellante» che starebbe danneggiando irrimediabilmente il settore (circa 400 aziende di noleggio e locazione di imbarcazioni per un totale di circa 1.600 unità). Col risultato – affermano – di un «impressionante e irreversibile tracollo, con la cancellazione delle conferme che a fatica eravamo riusciti a trattenere ad aprile e maggio per i mesi di giugno e luglio. In soli tre giorni, dalla riapertura frenetica delle prenotazioni e conferme, si sono dissolti il 15% di locazioni e noleggi, e nei prossimi giorni non potrà che peggiorare in quanto verrà aggredito il mese di agosto». Questo accade perché «il mondo del turismo e la sua meccanica in continua evoluzione impongono sempre più tempi e regole certi». Gli imprenditori si dicono allibiti dalla convinzione che sembra aver contagiato la politica, che si possa salvare la stagione con la parziale presenza del mercato nazionale o regionale. «Le analisi di settore, ben note alla Regione – spiegano – dicono che le presenze italiane per vacanze sul residenziale e seconde case subiranno il contraccolpo del -45%, il settore alberghiero del -70%, tutto il volume del turismo internazionale costretto a utilizzare il vettore aereo rischia di collassare insieme alle stesse compagnie. Questi gli allarmanti dati delle società di gestione portuali, aeroportuali e dalle associazioni di categoria». Si chiedono quindi cosa «se il presidente Solinas è consapevole che il fantomatico passaporto sanitario non ha alcuna possibilità di essere realizzato», e perché «spinga verso il baratro l'economia della sua isola». Nel rimarcare la necessità della grande attenzione che meritano le misure di contrasto al Covid, ricordano però che «ci troveremo inesorabilmente costretti alla chiusura sia temporanea che definitiva delle nostre attività, al licenziamento forzoso di alcune migliaia di dipendenti qualificati, oltre all'assoluta impossibilità a non assumere stagionalmente altrettanti giovani. L’invito alla maggioranza al governo nell’isola è a «virare verso una coraggiosa revisione, a diffondere tempestivamente e senza indugio certezze dei tempi e della semplificazione di un protocollo definitivo, perché non c'è più tempo da perdere». (a.palmas)

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