La Nuova Sardegna

Le discoteche: pronti per riaprire a fine giugno

di Stefano Ambu
Le discoteche: pronti per riaprire a fine giugno

Il mondo della notte scende in piazza: sì all’obbligo di mascherina, ma serve un protocollo per partire

30 maggio 2020
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CAGLIARI. Riapre tutto. Ma la notte no. E allora gestori di discoteche, organizzatori, barman e tutti i lavoratori delle ore piccole sono scesi in strada per chiedere di ripartire. Distinguendosi dalle solite proteste: niente marcia o sit in, l'sos è stato lanciato da una discoteca in piazza. Con tanto di deejay, musica e persone in pista a ballare: tutte con la mascherina (c'era anche quella col foro per bere il cocktail) e a distanza. Una sorta di patto per la ripartenza, con l'adesione di molti locali del sud Sardegna. Ma anche del resto dell'isola: nel gruppo anche un nome storico delle discoteche sarde, l'Ambra di San Teodoro. «Chiediamo dei protocolli per partire – ha detto Nicola Schintu, promotore della manifestazione – simili a quelli già utilizzati per i ristoratori. Con tutte le procedure di igienizzazione, contingentamento degli ingressi, anche degli accessi ai bagni. Obbligo di mascherina, okay. Ma vogliamo un protocollo che ci consenta di partire da fine giugno sino a fine settembre. Occorrono delle indicazioni che ci consentano poi anche di programmare le attività invernali al chiuso».

Tutto organizzato come una bella serata. Sul palco anche tavolini da bar e sedie. Partecipanti quasi tutti con una maglietta nera, in segno di lutto. L' appello è stato sintetizzato in un gioco di parole, Abbandonight. E ribadito con striscioni molto eloquenti: «rispetto per il mondo della notte» e «ci avete abbandonato». Il selfie di ieri, dell'era precovid, è quello dei corpi e delle mani in alto che si mischiano magari sotto la consolle del deejay. La foto di oggi e forse anche quella di domani è un'altra: mascherina su bocca e naso, magari con un foro per sorseggiare il mojito. E distanza. Liberi di muoversi come prima, ma lontani. Ora tutto fermo: discoteche e cocktail bar non hanno nemmeno una speranza, una data per riaprire. E c'è, in primis, in ballo il divertimento. «Che estate è senza intrattenimento», hanno scritto gli organizzatori in un altro striscione. E c'è il dramma dei posti di lavoro: almeno mille "stagionali" che rischiano di non vedere un centesimo. Personale estivo che, da giugno a settembre, fa la scorta per tutto l'anno. Soprattutto giovani, tra barman, sicurezza, camerieri, dj, tecnici, addetti alle pulizie, service e manutentori, addetti alla cassa, grafici e addetti marketing, fornitori e maestranze varie. Estate vitale. Perché lavoro in autunno, inverno e primavera spesso non ce n'è. Un movimento che si espande. Non solo Cagliari e San Teodoro, ma anche altri gioielli come Villasimius, Porto Pino, Tortolì: un'isola che vuole ricominciare a vivere e a ballare.

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