La Nuova Sardegna

Due opere d’arte rubate la polizia ferma un 32enne

di Luciano Onnis
Due opere d’arte rubate la polizia ferma un 32enne

Si tratta di un parente della piccola Esmeralda, uccisa dai genitori nel 2018 Le indagini partite dopo che l’uomo aveva minacciato di morte un testimone

31 maggio 2020
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QUARTU. Era finito sotto osservazione dopo una minaccia di morte lanciata a un rivale. Il destinatario era uno dei testimoni del processo aperto dopo la morte della piccola Esmeralda Seferovic, uccisa il 23 dicembre del 2018 da alcuni parenti del protagonista del video, il bosniaco Dragan Ahmetovic che è stato arrestato per ricettazione.

I poliziotti del Commissariato di Quartu hanno eseguito il provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica nei suoi confronti dopo che è stato trovato in possesso di alcune opere d’arte appartenenti alla Chiesa di Sant’Avendrace, due dipinti che raffiguravano una natività e l’immagine dell’omonimo Santo. I quadri, risalenti rispettivamente al 700 e all’800, erano conservati in alcuni locali a Selargius da dove erano stati trafugati da ladri rimasti ignoti. Gli investigatori hanno avuto la certezza del fatto che l’indagato fosse entrato certamente in possesso delle due preziose opere, insieme ad altra merce rinvenuta in un immobile occupato abusivamente dallo stesso, e che aveva cercato di venderle contattando diversi soggetti, senza però concludere l’affare. Il 32enne dovrà anche rispondere di aver creato una discarica abusiva, di possesso di armi da fuoco e munizionamento e minacce aggravate

L’indagine è iniziata dall’acquisizione del Commissariato di un video pubblicato su Facebook, in cui Ahmetovic, palesemente ubriaco, minacciava di uccidere un suo connazionale residente nell’hinterland cagliaritano. Il bosniaco, rivolgendosi a diverse famiglie della comunità rom con un atteggiamento dal boss, mostrava un fucile calibro 12 dichiarando la volontà di esplodergli sei colpi sul volto. Le minacce erano scaturite, oltre che da vecchie ruggini per questioni personali, anche dall’acredine dello stesso indagato nei confronti del rivale, reo di aver testimoniato contro i propri familiari nel procedimento penale instaurato per l’omicidio della piccola Esperanza Seferovic. L’indagine della Mobile aveva condotto all’emissione da parte della Dda di due provvedimenti di fermo nei confronti dei genitori della bambina.

Il possesso di armi da parte di Ahmetovic è stato confermato da alcuni testimoni ma anche da un’ogiva rinvenuta all’interno di una bombola gpl, utilizzata come bersaglio ad inizio aprile. Ulteriori approfondimenti sul cellulare dell’indagato hanno evidenziato le responsabilità del bosniaco riguardo al furto dei dipinti e di altro materiale. Il sostituto procuratore della Repubblica Andrea Massidda, che ha coordinato le indagini, ha deciso di emettere un provvedimento di fermo nei confronti di Dragan Ahmetovic.

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