La Nuova Sardegna

Solo 6 resort aperti su 15, ma il re sardo delle vacanze pensa già all’estate 2021

di Alessandro Pirina
Solo 6 resort aperti su 15, ma il re sardo delle vacanze pensa già all’estate 2021

Giovanni Sanna: «Avremo 400-500 assunti contro i 1200 di un anno fa. La politica deve intervenire per evitare il dramma sociale»

05 giugno 2020
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SASSARI. Sei resort aperti su 15, appena 400-500 assunzioni contro le 1200 di un anno fa, un fatturato che da 60 milioni rischia di franare a 15. I numeri della stagione 2020 sono impietosi per l’impero di Giovanni Sanna, l’imprenditore delle vacanze - perlopiù per turisti stranieri - con hotel e residence sparsi tra Budoni e San Teodoro, ma anche ad Alghero e Cagliari. Lui però è già proiettato sulla stagione 2021, sulla rinascita della destinazione Sardegna. Ma prima di tutto Sanna chiede alla politica di fare uno sforzo per fare recuperare agli stagionali i mesi di lavoro persi. «Altrimenti – dice – il dramma economico diventa anche un dramma sociale».

Sanna, quando sarebbe dovuta iniziare la stagione?

«Dovevamo aprire il 6 aprile con 2600 clienti, tutti francesi. Il 6 maggio invece sarebbe stato il turno dei primi mille inglesi. Avevamo programmato 26 voli alla settimana, fino a ottobre».

Invece, il Covid ha cambiato i programmi.

«Delle nostre 15 strutture ne apriamo solo sei, forse sette. Tutte tra Budoni e San Teodoro: Baia del porto, Janna e sole, Sporting, Eurovillage, Cala fiorita, Baia bianca. Stiamo discutendo se aprire o meno Baia dei mori: vediamo se riusciremo a recuperare il mercato inglese. Invece, restano chiusi sia Cagliari che Alghero. Non riuscendo a riempirli tutti ho ragionato su quelli che potessero garantire il maggior numero di posti di lavoro. Un anno fa erano 1200...».

E questa estate?

«Speriamo di stare sulle 400-500 assunzioni. Siamo davanti a un vero problema sociale. Parliamo di padri e madri di famiglia, studenti. Mi auguro di mettere in salvo almeno lo zoccolo duro. A Budoni dovrei riuscire a confermare tutti i circa 320 dipendenti».

Che stagione sarà?

«Sicuramente sarà più breve. Solo tre mesi contro i soliti sette e mezzo. Aprirò il Baia bianca il 26 giugno, gli altri a luglio. Dal 7 dovrebbe ripartire il mercato francese, mentre quello inglese è ancora in standby. Ma stiamo puntando anche sugli italiani e sto ragionando su promozioni per il mercato sardo».

Il Covid ha messo in ginocchio il Paese, ma secondo lei sono stati fatti errori sulla pianificazione della stagione?

«Queste due ultime settimane potevano essere gestite meglio».

Le polemiche hanno danneggiato la Sardegna?

«L’immagine è sicuramente un po’ appannata. Speriamo che la Regione faccia un grande lavoro di comunicazione, dia un segnale forte sulla nostra ospitalità, che non è solo vacanza al mare».

Quanto peserà questa estate dal punto di vista economico?

«Noi passeremo dai 60 milioni di fatturato del 2019 ai 15-20 di quest’anno. Perlomeno spero. Il vero problema è sociale. La politica deve lavorare con gli imprenditori per riuscire a fare recuperare tra ottobre e dicembre ai lavoratori i mesi di spalla persi. O attraverso la formazione, o interventi manutentivi straordinari. In attesa di ripartire per la prossima stagione».

Ci sta già pensando?

«Ho già pianificato i voli: i primi saranno il 7 aprile 2021».

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