La Nuova Sardegna

Sbarcano i primi turisti ma al porto pochi controlli

di Serena Lullia
Sbarcano i primi turisti ma al porto pochi controlli

Olbia: i viaggiatori compilano il modulo ma poi non sanno a chi consegnarlo

06 giugno 2020
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OLBIA. La tracciabilità dei turisti resta solo uno slogan a effetto. Nella vita vera il modulo di autocertificazione che dovrebbe servire per conoscere i movimenti dei vacanzieri finisce nell’oblio delle valigie dei turisti. È obbligatorio compilarlo a bordo della nave, ma quando si sbarca nessuno è addetto al suo ritiro. Fallito il tentativo di consegnarlo all’ufficio informazioni della stazione marittima. Poi alla polizia di frontiera e perfino agli uomini della Security, il foglio pensato dalla Regione per proteggere l’isola Covid-free va in vacanza con i loro proprietari. Quasi tutti vengono sottoposti al controllo della temperatura a bordo o all’imbarco. Alcuni hanno fatto il tampone o il test sierologico volontario prima della partenza. Tutti sono felici di arrivare in terra sarda.

Al porto dell’Isola bianca i numeri dei viaggiatori del mare sono ancora pochini. Quattro le navi schierate dalle compagnie Moby, Tirrenia e Grimaldi. Arrivano da Livorno, Civitavecchia e Genova e tutte insieme non fanno più di 830 tra auto e camper. Poco più di 1600 passeggeri. Numeri piccoli piccoli per il porto abituato a fare cifre monstre già a giugno. Ma un primo segnale di ripartenza e di quasi normalità.

Per una coppia di Arezzo la vacanza nell’isola sarà da centauri per dieci giorni. «Andiamo a Tortolì poi a Sant’Antioco – spiegano –. Siamo contenti da morire di essere di nuovo in Sardegna, resteremo dieci giorni. Eravamo venuti lo scorso anno ma per meno tempo. Abbiamo viaggiato sulla Tirrenia Sharden da Livorno. Ci hanno misurato la temperatura a bordo e ci hanno fatto compilare il modulo di tracciabilità. Abbiamo pagato 165 euro e abbiamo viaggiato in cabina».

Una signora di Cascina, provincia di Pisa, è diretta a San Teodoro. «Vado a trovare i miei genitori che non vedo da tre mesi – racconta da dietro la mascherina –. Il lockdown l’ho vissuto a Cascina. Sono davvero felice di tornare in Sardegna e rivedere i miei che mi aspettano e hanno bisogno di me. A bordo mi hanno misurato la temperatura e mi hanno chiesto l’autocertificazione che ho tenuto con me. Sulla nave è andato tutto ok. Poi ognuno di noi deve fare la sua parte ed essere rispettoso delle regole».

Hanno viaggiato sulla Grimaldi Cruise Olbia, autorizzata dal ministero quando già era ormai per mare con auto e passeggeri, tre ragazze del Trentino. Hanno preso una casa a Palau. La gioia per i loro dieci giorni di vacanza traspare anche dalla mascherina. La prima cosa che dicono è di aver fatto il tampone. Gratis. «Abbiamo chiesto al nostro medico e ce lo hanno fatto fare gratuitamente. All’imbarco ci hanno misurato la temperatura e a bordo ci hanno fatto compilare il modulo di tracciabilità». Nessun controllo della temperatura invece per un appassionato velista di Cecina. «Ho fatto portare la barca in Sardegna perché mi interessava conoscere la costa e anche l’entroterra – spiega –. Non vengo da prima di Natale e sarà una sorpresa vedere in che condizioni è la barca, se parte il motore. Poi piano piano rientrerò a Cecina. Sono abituato a navigare e programmare per tempo le partenze, ma questa volta c’è stato un pochino di caos. Ho aspettato il 3 giugno e come hanno dato il via libera ho fatto il biglietto. Prima avevo letto che serviva un documento speciale e quindi l’avevo scaricato su Internet. Poi mi hanno detto che avrei dovuto compilare il modulo a bordo. Non mi hanno fatto invece il controllo della temperatura».

Vacanza in barca a vela anche per una coppia diretta a Santa Teresa Gallura. «Non sappiamo bene ancora dove andremo, vediamo come tira il vento. All’imbarco ci hanno preso la temperatura e abbiamo compilato il formulario. Poi le solite cose che conosciamo bene. Mantenere le distanze e usare la mascherina». Mentre chi è arrivato in auto o in moto prende subito la strada del mare, i passeggeri che devono affidarsi ai mezzi pubblici restano in attesa. Alcune linee dei bus non sono state ancora ripristinate. Il “liberi tutti” gestito di fretta ha dimenticato alcuni fondamentali tasselli dell’accoglienza.



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