La Nuova Sardegna

Sulla Città metropolitana di Sassari il via libera è bipartisan

di Alessandro Pirina
Sulla Città metropolitana di Sassari il via libera è bipartisan

Disegno di legge dei Progressisti: un ente di 24 Comuni e la Provincia Gallura. Piu: su questi temi la politica sia unita, Sassari e Olbia meritano più attenzione

10 giugno 2020
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SASSARI. Anche il centrosinistra punta alla Città metropolitana, ma la sua ha un’estensione più ristretta di quella su cui ha trovato l’intesa il centrodestra. Solo 24 Comuni contro i 66 di quella targata Peru. Ma per Antonio Piu, consigliere dei Progressisti e firmatario della proposta insieme al collega Gianfranco Satta, l’obiettivo è comune alla maggioranza: portare a casa la Città metropolitana. E allo stesso tempo restituire alla Gallura la tanto agognata autonomia. Oggi la proposta di legge del centrodestra dovrebbe arrivare in commissione Autonomie, per poi approdare in aula nelle prossime settimane. L’auspicio della maggioranza è approvare la legge entro l’estate.

Ma i Progressisti sfidano il centrodestra sullo stesso terreno e lanciano la loro Città metropolitana. «I chilometri quadri sarebbero pressoché identici a Cagliari – spiega Piu –. La differenza sarebbe più sul numero degli abitanti. Circa 294mila per Sassari contro i 433mila di Cagliari». A dividere le due proposte di legge è il numero dei Comuni che andrebbero a comporre la Città. Perché il disegno di legge presentato da Antonello Peru e l’intero gruppo Udc-Cambiamo (più il leghista Giagoni) divide il Nord secondo la spartizione pre referendum: da una parte la vecchia provincia di Sassari, che diverrebbe nel suo insieme Città metropolitana, dall’altra la Gallura che si riprenderebbe l’autonomia persa nel 2012. Piu e Satta, invece, hanno progettato una Città metropolitana con un terzo dei comuni e una provincia del Nord, che presumibilmente avrebbe Olbia come capoluogo, ma al cui interno ci sarebbero tutti gli altri comuni esclusi dalla Città metropolitana. «Abbiamo fatto uno studio su quanta interazione c’è tra gli abitanti dei comuni con la città capoluogo – dice ancora Piu –. I trasporti, gli spostamenti casa-lavoro-casa sono i principi che guidano la Città metropolitana. Sassari ne ha diritto perché ha tutti i servizi come Cagliari: università, parchi nazionali, capacità di essere una hub ospedaliera, porto e aeroporto. Ogni anno dall’Europa arrivano 900 milioni e Sassari ne viene esclusa. Occorre riparare questo torto».

Della Città metropolitana di Sassari targata Progressisti fanno parte Alghero, Porto Torres, Sorso, Sennori, Castelsardo, Stintino, Valledoria, Viddalba, Santa Maria Coghinas, Osilo, Muros, Ossi, Tissi, Usini, Uri, Olmedo, Sedini, Tergu, Putifigari, Ittiri, Thiesi, Nulvi e Ploaghe. Gli altri comuni andrebbero a fare parte della Provincia del Nord, ma ognuno di essi, entro venti giorni dall’approvazione della legge, potrebbe votare a maggioranza di due terzi l’adesione alla Città metropolitana. Al contrario della proposta Peru, dove invece i Comuni hanno la possibilità di divorziare da Sassari per approdare verso altri lidi, per esempio il Goceano verso Nuoro e il Logudoro verso Olbia Tempio. «La provincia della Gallura va fatta senza se e senza ma – sottolinea Piu – per lo stesso motivo per cui è necessario istituire la Città metropolitana di Sassari». Insomma, alla fine la proposta dei Progressisti, l’unica presentata dal centrosinistra, non si discosta molto da quella del centrodestra. «Su temi così importanti la classe politica ha l’obbligo di mettere da parte i campanilismi – conclude Piu –. Io sono stato amministratore locale e sono cosa significa avere i soldi per le Rete metropolitana e non poterli spendere perché non hai un apparato burocratico. Sassari e Olbia in passato hanno perso grandi opportunità ed è arrivato il momento di sanare gli errori fatti».

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