La Nuova Sardegna

Intervista a Di Maio: «Export, patto per tutelare le eccellenze della Sardegna»

di Silvia Sanna
Intervista a Di Maio: «Export, patto per tutelare le eccellenze della Sardegna»

Il ministro degli Esteri: «Un piano da 1,4 miliardi per il rilanciare il made in Italy. Le imprese sarde avranno il supporto delle ambasciate di tutto il mondo»

13 giugno 2020
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SASSARI. L'Italia e la Sardegna sono pronte a risplendere: il calendario incombe e passata l'emergenza Covid è già tempo di programmare una vera ripartenza. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio propone la sua ricetta: tanto turismo, col massimo impegno per abbattere le barriere e favorire l'arrivo di molti stranieri a partire dal 15 giugno, e la promozione delle eccellenze nel mondo grazie all'accordo sull'export da 1,4 miliardi in cui la Sardegna può avere un ruolo da protagonista. Il rilancio del Paese è il primo punto nell'agenda.

Ministro, l’Italia prova a ripartire dopo il lockdown. L’immagine del nostro Paese si è appannata durante l’emergenza, che fare per farla ritornare a risplendere?

«Sicuramente sono stati mesi difficili, mi faccia dire però che l’Italia continua a brillare grazie all’impegno e alla forza dei nostri cittadini. In queste prime missioni che ho fatto all’estero tutti i ministri degli Esteri che ho incontrato mi hanno fatto i complimenti per come abbiamo gestito la crisi e per come i nostri cittadini abbiano affrontato con grande senso civico l’emergenza. Adesso però dobbiamo ripartire perché chiaramente prima la crisi sanitaria, adesso quella economica hanno creato forti problemi al Paese. Il governo, le forze politiche devono lavorare intensamente per trovare soluzioni concrete. Io le posso dire che al ministero non ci stiamo fermando un attimo. Durante l’emergenza abbiamo recuperato materiale sanitario dai Paesi esteri per supportare medici, infermieri e operatori sociosanitari che hanno rischiato la vita per salvare quella di tanti altri italiani. E a loro va il mio ringraziamento. Poi abbiamo fatto arrivare anche personale medico da Stati esteri. Adesso come Farnesina siamo concentrati principalmente su due fronti: sbloccare i flussi turistici da altri Paesi Ue in modo da far arrivare in Italia più turisti stranieri possibili. E poi c’è il capitolo export».

Nel piano per il rilancio del made in Italy con l’accordo sull’export da 1,4 miliardi di euro, che spazio potrà avere la Sardegna?

«Si tratta di un piano straordinario, mai fatto prima. E per riuscire a siglarlo abbiamo lavorato per mesi insieme al mondo delle imprese. Un grande lavoro di squadra che ha coinvolto 7 ministeri e oltre 100 associazioni di categoria. Questo patto, che di fatto apre un cantiere “made in italy” nel mondo, si fonda su sei pilastri: comunicazione, formazione e informazione, e-commerce, promozione integrata, finanza agevolata. L’obiettivo è mettere a sistema un importante piano strategico per rilanciare i nostri prodotti italiani, e quindi anche tutte le eccellenze sarde, nel mondo. Diamo un sostegno importante ai nostri commercianti che possono riprendere a esportare all’estero».

Quali prodotti sardi potranno essere valorizzati e quali risorse potranno essere destinate alla nostra isola?

«Sembrerebbe quasi ovvio spingere sulla leva del turismo e su quest'incredibile binomio mare-montagne che forse è il vero tratto distintivo dell'isola. Basta percorrere pochi chilometri e il paesaggio cambia radicalmente e così pure la vegetazione, i colori del cielo, i profumi, perfino il sapore dei formaggi. Ma l'identità sarda che vi rende davvero unici al mondo sta nella vostra storia millenaria, nelle perfezioni architettoniche e nei misteri dell'antica e per certi versi misteriosa civiltà nuragica. Il turismo archeologico potrebbe attingere tantissimo da questo patrimonio inestimabile fatto di guerrieri, fate, pozzi sacri e città stato. Le imprese sarde che esportano all’estero grazie a questo patto per l’export avranno il supporto delle nostre ambasciate di tutto il mondo e un piano strategico che gli permetterà di aumentare le esportazioni».

Covid e turismo. Che stagione sarà per l’Italia?

«Stiamo supportando il ministro Franceschini che sta svolgendo un ottimo lavoro. Come Farnesina ci stiamo occupando di tutta la parte relativa ai flussi turistici con i Paesi esteri. Perché in pieno spirito europeo non potevamo accettare accordi bilaterali. Tutti quei Paesi che in prima battuta avevano chiuso all’Italia adesso stanno ritornando sui propri passi. Nelle prime settimane di giugno nel nostro Paese sono iniziati ad arrivare i primi turisti. E questo per noi è fondamentale. In questo modo riusciamo a rimettere in moto l’economia, dando ossigeno a negozianti, ristoratori, albergatori, artigiani. Il turismo da sempre per l’Italia è un grande serbatoio economico. Stiamo facendo il massimo per sfruttare al meglio la stagione estiva. Il mio invito a tutti gli italiani è quello di trascorrere le proprie vacanze in Italia, perché ci sono tanti posti incantevoli da visitare. E voi in Sardegna ne sapete qualcosa.

Uno dei principali freni al decollo della stagione è la difficoltà negli spostamenti dai paesi esteri. Mercati importanti per il nostro Paese rischiano di rimanere chiusi per questioni di sicurezza. Quando ci sarà la riapertura generale dei flussi?

«Come le dicevo abbiamo lavorato intensamente in queste settimane anche con delle missioni all’estero mirate. Sono stato in Germania, Slovenia, Grecia. Ho incontrato in Italia il ministro francese, nei prossimi giorni andrò anche in Svizzera. Ho ricevuto rassicurazioni da tutti che dal 15 giugno ci si potrà spostare da e verso l’Italia. La data del 15 giugno segnerà il d- day, la ripartenza europea».

In Sardegna il turismo straniero registra importantissimi. Quest’anno è previsto un calo di presenze del 70%. Come sosterrete l’isola?

«Come governo abbiamo adottato una serie di misure economiche a sostegno dei cittadini. Abbiamo stanziato 55 miliardi a favore di imprenditori, famiglie, lavoratori. In pratica una doppia manovra. E stiamo già lavorando a nuove misure economiche che andranno verso la direzione di nuovi investimenti. Ho detto più volte che serve una riforma del fisco importante per abbassare le tasse. E sotto questo punto di vista anche le altre forze di maggioranza sono d’accordo. Bisogna avere una visione di futuro con interventi mirati a favore della gente».

In Sardegna la diffusione del virus è stata molto bassa. Il governatore Solinas ha sostenuto la necessità di istituire un passaporto sanitario - con l’obbligo di esecuzione del tampone - per chi arriva nell’isola, per arginare una possibile ricaduta. Il tema è stato al centro di un intenso dibattito. Quale è la sua opinione? Ritiene che l’ immagine turistica della Sardegna sia stata penalizzata?

«Mi faccia dire che i governatori delle regioni hanno svolto un lavoro complicato e difficile. Più di tutti sono stati impegnati sul campo per fronteggiare questa crisi. Penso che se oggi stiamo ripartendo il merito è anche il loro. Bisogna lavorare in maniera sinergica tra Stato centrale e regioni. Sotto questo punto di vista voglio dire che è corretto prendere le precauzioni però come ho più volte ribadito le regioni devono uniformarsi. Devono esserci le stesse regole e le stesse certificazioni in tutte le regioni, perché se agiamo in ordine sparso diventa più difficile far arrivare turisti stranieri in Italia. Si andrebbe a generare confusione».

In autunno nel collegio di Sassari si svolgeranno le suppletive per sostituire la senatrice Vittoria Bogo Deledda, prematuramente scomparsa. Si è ipotizzata anche una candidatura del premier Conte, che lui ha smentito. Lei come vedrebbe una sua discesa in campo?

«Guardi come governo abbiamo tanto da fare e sicuramente non possiamo farci distrarre da ciò che scrivono i giornali. Anzi mi faccia ricordare l’importante appuntamento degli stati generali dell’economia. Saranno un importante momento di programmazione. Bisogna pianificare la ripartenza del Paese per rimettere in modo l’economia».

Alle suppletive di Sassari il M5s andrà da solo o potrebbe allearsi con le forze di centrosinistra con cui è al governo?

«Di questo se ne occupa il nostro capo politico Vito Crimi. Io sono concentrato sull’intensa attività da portare avanti come ministro. Mi fido di Crimi e sono certo che farà la scelta migliore».

A proposito, si parla di un rimpasto o di un avvicendamento a Palazzo Chigi. Quanto durerà il governo Conte?

«Sono solo elementi di distrazione. Solo in Italia si parla di rimpasto o crisi. Ma le pare che in un momento così delicato si possa pensare a far cadere o meno un governo? Le dico una cosa: è il momento della concretezza. E questo significa che bisogna lavorare, tanto».

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