La Nuova Sardegna

Metano, dorsale in Sardegna addio: il governo ci prova e la Regione replica «decidiamo noi»

Metano, dorsale in Sardegna addio: il governo ci prova e la Regione replica «decidiamo noi»

L'assessora all'Industria Pili definisce "sconcertanti" le dichiarazioni dei dirigenti del Mise

18 giugno 2020
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CAGLIARI. La pandemia sta finendo, si spera, e con essa anche i tantissimi convegni via web, che ogni tanto riservano delle sorprese. Ieri, ad esempio se ne è svolto uno promosso da Conferenza Gnl, che ha visto la partecipazione di ben tre direttori generali del ministero dello Sviluppo Economico. Per la Sardegna sono arrivate novità, anche sorprendenti, ma non del tutto inaspettate. Anche se gli interventi sono stati di pochi minuti, sintetici oltre modo, da parte dei vertici del Mise sono stati lanciati messaggi chiari all’isola e ai suoi governanti. La bomba è stata lanciata. «La metanizzazione sarà quella che stabiliremo noi, a Roma».

È stato questo il senso dei loro ragionamenti. Sara Romano direttore generale mercati energetici infatti prima ha detto che « il Gnl è lo “strumento principe” per decarbonizzare alcuni consumi industriali e aree come la Sardegna», salvo poi aggiungere che «stiamo studiando un piano di rilancio di alcuni poli (quali?, ndr) industriali in Sardegna mediante Gnl». Non si capisce quali poli verranno compresi in questo rilancio, sembrerebbe solo Portovesme, e quali esclusi, né perchè.

Non è stato il suo un incidente di percorso. Gilberto Dialuce, dg infrastrutture e sicurezza, è stato ancora più netto, e pur mantenendo un approccio colloquiale ha smentito quello che con analoga convinzione aveva detto due anni fa. Allora Dialuce disse in un convegno che la dorsale era “indispensabile per la sicurezza del sistema”. Adesso dice invece che il punto non è «tubo sì, tubo no. Vediamo intanto come portarlo il gas: prima pensiamo all'approvvigionamento e poi casomai se c'è uno sviluppo locale su misura delle esigenze. Il tutto avendo in mente il phase out del carbone al 2025 e il rilancio dei poli produttivi». Cosa è cambiato da allora? La risposta la dà indirettamente la collega Romano. «Stiamo lavorando con la sottosegretaria Todde (ferocemente contraria alla dorsale, ndr) per montare un progetto che fissi puntelli regolatori e renda gli investimenti profittevoli. Il Gnl sia una leva per la crescita e il rilancio dei poli produttivi con costi competitivi. E senza accorgimenti regolatori questo vincolo rischia di non essere rispettato».

L’uscita dei due dg del Mise, però non è piaciuta alla Regione, al punto che in serata l’assessore all’industria Pili è stata costretta a replicare. «Le affermazioni fatte oggi da alcuni autorevoli dirigenti del Mise, riportando indicazioni delle responsabilità politiche del ministero, lasciano sconcertati. Aver condiviso con questa istituzione un modello di metanizzazione e vederlo così stracciato e stravolto, senza neppure un briciolo di confronto, è inaccettabile. La Regione rivendica una leale collaborazione delle istituzioni centrali dello stato per la realizzazione di ciò che è già stato condiviso ed in parte realizzato: un sistema di approvvigionamento sicuro e robusto che renda disponibile in Sardegna il GNL a condizioni equiparate al resto del territorio nazionale (virtual pipeline), un numero adeguato di depositi costieri alcuni dei quali sono già in costruzione ed altri in fase avanzata di autorizzazione e che operino in regime regolato, una affidabile ed efficace rete di trasporto del gas naturale che consegni il prodotto a tutti i consumatori finali, sia civili che industriali, attraverso le reti di distribuzione in fase avanzata di costruzione, unitamente ad un quadro regolatorio e tariffario coerente con il resto del Paese. Qualunque scostamento da tale modello deve essere prima concordato con la Regione e non potrà che essere migliorativo per tempi di realizzazione, impatto ambientale e costo per gli utenti finali». Fuori i secondi, lo scontro su dorsale e metano è appena agli inizi.(g.cen.)

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