La Nuova Sardegna

CAGLIARI. La recente nomina del consiglio di amministrazione di Abbanoa continua a essere al centro delle polemiche. Il collegio dei sindaci della società che gestisce l’acqua pubblica, ha inviato una lettera al Governo per denunciare: «L'assemblea dei soci ha scelto un consiglio composto da soli rappresentanti di genere maschile, mentre lo statuto di Abbanoa prevede la parità di genere. Quindi, siamo di fronte a una violazione palese che non può essere accettata». La stessa questione è stata risollevata anche dal Pd, con la richiesta esplicita al governatore Solinas di annullare quelle elezioni. «Il rispetto delle regole non è un capriccio, ma un dovere», hanno scritto i Dem in un’interrogazione. Dalla Cda - arrivata in un'insolita seduta in prima convocazione - era stata criticata, anche per motivi diversi. Non è finita: il Psd’Az, partito di maggioranza, s’è dissociato sin dall’inizio da quell’elezione, definendola un blitz non concordato. C’è dell’altro. La capogruppo del M5s, Desirè Manca, invece ha acceso un faro su alcuni incarichi conferiti al direttore della società, Sandro Murtas, dall’ultimo amministratore unico di Abbanoa, Abramo Garau, poco prima di andar via. «A Murtas – scrive – sono stati assegnati incarichi che gli permetteranno di occuparsi degli stessi dossier di cui si occupava nella passata gestione. In altre parole, con un colpo di mano, è stato blindato il potere dell’attuale direttore generale nonostante la nomina di un consiglio d’amministrazione». A sollevare questo caso sospetto è stato anche Marco Tedde, ex consigliere regionale di Fi e oggi consulente dell’assessora al lavoro Alessandra Zedda.