La Nuova Sardegna

Col sistema Baleari 16 milioni di turisti

di Roberto Petretto
Col sistema Baleari 16 milioni di turisti

I dati del 2019 dell’arcipelago spagnolo favoriti dal meccanismo di incentivi L’intervista alla ministra De Micheli: Confindustria tra prudenza e entusiasmo

29 giugno 2020
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SASSARI. Visti da qua i dirimpettai delle isole Baleari se la passano decisamente bene. Manuel Porras Romero, direttore dell’Agenzia di strategia turistica delle isole Baleari, intervenendo nei giorni scorsi in videoconferenza a uno dei seminari organizzati dalla Geasar (ente gestore dell’aeroporto di Olbia) nell’ambito dell’iniziativa “Sardinia Call2Action”, ha illustrato la situazione turistica dell’arcipelago: una superficie di 5mila chilometri quadrati, una popolazione di un milione e 100mila abitanti, una linea di costa di 1.428 chilometri e 369 spiagge. Nel 2019 sono arrivati nelle Baleari più di 16 milioni di turisti: cinque dalla Germania (solo da Dusseldorf 900mila), più di 4 dal Regno Unito, 800mila dall’Italia e 700mila dalla Francia. Roba da far impallidire le migliori stagioni sarde.

Certo, anche loro hanno il problema della stagionalità e dell’impatto ambientale, tanto che hanno applicano una tassa (su tutti gli alloggi) che va a finanziare interventi in campo ambientale, sociale e economico.

Ma le isole spagnole beneficiano anche di un regime di continuità territoriale molto vantaggioso. E proprio a quel modello lo Stato italiano sembra pensare per attuare una nuova continuità territoriale con la Sardegna: «Fa piacere che la ministra prenda in considerazione il discorso della continuità territoriale per la nostra isola - dice il presidente di Confindustria nord Sardegna, Giuseppe Ruggiu -, perché problemi ci sono e da tanto tempo. La continuità aerea è sempre attuata con ritardo e in alcuni periodi questo crea problemi gravi con una scarsa disponibilità di posti. Quella marittima deve favorire un servizio efficiente non solo nei periodi estivi, ma durante tutto l’anno. Anche guardando al trasporto merci».

Il modello spagnolo può essere la risposta? Ruggiu si mantiene prudente, anche perché l’argomento non è stato discusso all’interno dell’organizzazione degli imprenditori: «Sull’idea di una continuità ispirata al modello spagnolo non ci esprimiamo perché non abbiamo visto la proposta. Cosa sia meglio fare è prematuro dirlo».

Molto più decisa la posizione di Confindustria alberghi che sull’argomento si è schierata a fianco di Alis, l’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile: «L’emergenza che ha colpito tutta Italia può rappresentare anche un’opportunità. Proprio il turismo - dichiara il direttore di Alis, Marcello Di Caterina - riuscirebbe ad ottenere un vantaggio immediato dall’adozione del “modello spagnolo” che, abbandonando le sovvenzioni statali a vantaggio di un unico operatore marittimo e concedendo invece i contributi direttamente agli utenti, garantirebbe davvero il rispetto della continuità territoriale con le Isole ma anche della libera scelta dei viaggiatori, sia cittadini insulari sia turisti, i quali potrebbero quindi scegliere con quale operatore partire».

Secondo Di Caterina «l’esempio positivo arriva dalla Spagna dove, grazie a questo modello, i flussi di traffico dei passeggeri e delle merci verso le isole Baleari e Canarie, e di conseguenza anche l’intero settore turistico, hanno avuto una crescita esponenziale».

L’Alis è un’organizzazione molto vicina all’armatore Grimaldi, ma in questa occasione si vede affiancata da Confindustria alberghi che per mano della direttrice Barbara Casillo sottoscrive il documento: «Siamo in un momento molto delicato ed importante per il turismo italiano. In queste settimane, dopo oltre cento giorni di fermo assoluto, stiamo registrando qualche primo lieve segnale di ripresa. Ma questa crisi - dice Barbara Casillo - ci ha insegnato molto e non dobbiamo riprendere da dove ci eravamo interrotti, piuttosto cogliere quest’occasione per fare un salto in avanti. In questo senso anche sul tema della continuità territoriale per il turismo possiamo cogliere l’opportunità per un deciso passo in avanti con l’adozione del “modello spagnolo».

«Siamo convinti - conclude Di Caterina - che l’adozione del “modello spagnolo” nel trasporto marittimo con le Isole determinerebbe uno stabile aumento dei flussi turistici ».

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