La Nuova Sardegna

Mesina in un rifugio sicuro l’obiettivo: trattare la resa

di Valeria Gianoglio
Mesina in un rifugio sicuro l’obiettivo: trattare la resa

Secondo gli inquirenti non si sarebbe nascosto lontano da Orgosolo

05 luglio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





INVIATA A ORGOSOLO. L’ipotesi più accreditata tra gli stessi inquirenti, e in particolare tra i fini conoscitori delle trame criminali, è che abbia solo voluto prendere tempo. Per evitare il ritorno immediato in una cella, l’odore delle sbarre, la quotidianità, sperimentata per quasi cinquant’anni, della vita in un penitenziario. E che per farlo si sia rivolto ai vecchi e fidatissimi amici di anni passati: quelli che da una vita gli devono più di un favore perché protetti, indirizzati, guidati in qualche occasione. L’obiettivo? Trattare la resa, valutare le possibilità di ottenere la detenzione domiciliare, capire se, considerati i suoi 78 anni e tre mesi e alcuni acciacchi non ancora certificati in modo ufficiale, la sua condizione attuale sia incompatibile con la carcerazione ma più adeguata a scontare la pena in casa.

Prendere tempo, dunque: Mesina, dicono gli investigatori più esperti, ha solo voluto prendere tempo per capire come giocare bene le sue ultime carte dopo la conferma definitiva della condanna a 30 anni per traffico di droga. Ma secondo i più, in questa fuga, non è andato nemmeno troppo lontano: giovedì pomeriggio, dopo aver incontrato il suo avvocato Maria Luisa Vernier a Orgosolo – l’altro avvocato, Beatrice Goddi, stava discutendo il ricorso in Cassazione – potrebbe avere sfruttato il passaggio offerto da un amico di vecchia data per dirigersi con lui in un rifugio sicuro in Sardegna. Probabilmente un appartamento, una casa come tante, e non una malconcia casa di campagna: là dove, in virtù del passato, sarebbe più scontato dargli la caccia. Fin qui le ipotesi più accreditate sulla sua fuga, dunque.

I dati di fatto, registrati ieri mattina, raccontano invece alcune solide certezze legate alle ricerche. Dalle prime ore di ieri mattina, dopo un primo giro di controlli in paese e una decina di perquisizioni nelle case dei parenti più stretti e di alcuni compaesani particolarmente a lui vicini, il comando provinciale dei carabinieri di Nuoro ha radunato la forze e le ha distribuite poi su tutto il Nuorese e l’Ogliastra. In campo sono scesi quaranta uomini di tre squadriglie dei carabinieri – quelle di Monte Pitzinnu, di Nuoro, e di Pratobello – insieme ai colleghi della stazione di Orgosolo, della compagnia di Nuoro, del nucleo investigativo provinciale. Per il momento, Graziano Mesina, è ancora solo “irreperibile”: latitante, nell’eventualità, potrebbe diventarlo solo dopo che lo stabilisce un giudice con un decreto e sulla base di un verbale di “vane ricerche” presentato dalla polizia giudiziaria. Per il momento, dunque, lo status di “irreperibile” non pone Mesina in una condizione troppo compromessa rispetto a quella precedente come persona sottoposta alla sola misura dell’obbligo di firma quotidiano, al divieto di uscire dai confini del centro abitato di Orgosolo, e alla prescrizione di restare in casa dalle 22 alle 7 del mattino successivo. In teoria potrebbe ancora tornare sui suoi passi e presentarsi dai carabinieri o dalle forze dell’ordine senza pregiudicare in modo decisivo l’esito del suo percorso giudiziario. «Posso solo dire che era fiducioso sull’esito del ricorso – ha ripetuto, ieri mattina, uno dei suoi legali, l’avvocato Maria Luisa Vernier – ma altro non so. Nessuno sapeva quello che sarebbe successo».

Ma che quella di Mesina sia stata una fuga programmata, sembra ormai un dato assodato. Anche perché in caso contrario, difficilmente sarebbe riuscito a sparire nel nulla, in silenzio e con leggerezza. Facendo abbassare a tutti la guardia. Facendo credere che ormai fosse solo un pensionato dal tono dimesso, abitudinario, senza grilli per la testa e in pace con il mondo. «Dove sarà andato Mesina? Bisognerebbe chiederlo a lui», commentano i suoi amici di chiacchiere, ieri mattina, in piazza Caduti in guerra, a poche centinaia di metri dalla casa di corso Repubblica 279.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative