La Nuova Sardegna

Omaggio al Santo, anche senza Ardia

di Maria Antonietta Cossu
Omaggio al Santo, anche senza Ardia

Pellegrini da tutta l’isola a Sedilo per San Costantino. Ridotte le messe: da 13 a 2

06 luglio 2020
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SEDILO. Come 77 anni fa, al tempo della guerra, anche ieri il sole è sorto su un anfiteatro semideserto, orfano della sua Ardia. La pandemia ha stravolto la tradizione ultrasecolare che culmina con l'imperiosa corsa a cavallo sui saliscendi di Monte Isei, ma non ha tenuto lontani fedeli e pellegrini che ogni anno si muovono verso il tempio consacrato a Costantino per testimoniargli fedeltà e devozione, onorare una promessa o invocare il suo aiuto. Anche senza le folle richiamate dall'evento, il santuario eretto in nome di San Costantino continua ad essere crocevia di vite e di storie. Su quel sagrato ieri sono tornati Salvatore Tola e la moglie Graziella Fadda, entrambi di Sassari. Insieme frequentano il luogo di culto da oltre 50 anni perpetuando una tradizione che si tramanda di padre in figlio da generazioni «Venivo a Sedilo sin da piccolo con mia madre e mia nonna e ho trasmesso questa fede ai miei figli e ai nipoti, che ci accompagnano», racconta Salvatore, che quell'attaccamento al santo lo ha testimoniato tanto tempo fa affiggendo alle pareti del santuario due ex voto. Alla domanda sulla festa senza l'Ardia, risponde che «la corsa è molto bella ma noi veniamo al santuario a prescindere, perché San Costantino è parte di noi, ci crediamo, lo invochiamo nei momenti difficili e sentiamo di essere corrisposti». Per misurare la profondità di questo sentimento devozionale potrebbe bastare l'espressione radiosa di Nicolò Chessa mentre parla del suo rapporto con il santo e con la gente di questi luoghi. Con la moglie Egilia Piu e i figli ieri ha lasciato il capoluogo turritano per onorare un'antica promessa. «Vengo a Sedilo dal 1954, mi ci portavano mia madre e mia nonna. Dalle nostre parti è una tradizione molto sentita e devo ammettere che senza l'Ardia è come se mancasse un tassello. Racchiude tutto il significato della festa di San Costantino». I ricordi si rincorrono in un santuario semi vuoto. Qualcuno prega accanto all'altare, altri compiono i giri rituali attorno alla chiesa e a Sa muredda. L'eco dei pellegrini giunti a piedi dal Goceano prima dell'alba si è spenta da ore. «Abbiamo sciolto il nostro voto ma si respira un clima diverso senza l'Ardia. Speriamo che la tradizione riprenda vita il prossimo anno», ha auspicato Gian Michele Usai di Bono. Intanto disposizioni sopraggiunte all'ultimo hanno modificato il programma religioso. Delle tredici messe previste al santuario tra oggi e domani ne saranno officiate solo due: stamane alle 6 e alle 7,30. Le altre si terranno in parrocchia.

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