Si ustiona con l’olio bollente
Uta, la protesta di un detenuto: non vede i familiari da anni
07 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA
UTA . Non vede i familiari che vivono in Emilia Romagna da due anni e si è gettato addosso olio bollente dopo uno sciopero della fame attuato per manifestare il suo dissenso contro il mancato trasferimento in un istituto di pena vicino ai suoi cari. Protagonista della vicenda un detenuto extracomunitario di 35 anni rinchiuso nel carcere di Uta. L'uomo, che non è in pericolo di vita, è stato trasferito nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale di Sassari ed è stato assegnato alla casa circondariale di Bancali, dove giungerà quando sarà in grado di lasciare la struttura sanitaria. «Il lungo periodo di lockdown dovuto al Covid19 - sottolinea Maria Grazia Caligaris dell'associazione Socialismo Diritti Riforme che ha denunciato la vicenda - ha messo a dura prova la resistenza di molti detenuti che, spesso senza adeguati mezzi, non hanno potuto effettuare i colloqui attraverso skype. In questo caso il giovane extracomunitario ha chiesto ripetutamente di potersi avvicinare ai suoi familiari. Un'istanza che non è stata soddisfatta anche perché i trasferimenti extra regione sono gestiti esclusivamente dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria». «È evidente che si tratta di una persona fragile – aggiunge Calligaris –, le cui condizioni di salute fanno pensare che non abbia la capacità di sopportare a lungo il disagio. Del resto non sta chiedendo la libertà ma solo di essere assegnato in un carcere vicino ai familiari. L'auspicio è che il Dap sappia cogliere l'appello disperato di questa persona e provveda al più presto al suo trasferimento. Un atto di umanità che nulla toglie alla certezza della pena».(luciano onnis)
