La Nuova Sardegna

Le vacanze di Palamara tra gite, spiaggia e affari

di Tiziana Simula
Le vacanze di Palamara tra gite, spiaggia e affari

L’ex presidente dell’Anm era di casa in Gallura e si spostava con una moto Dalle carte di Perugia emerge il legame con l’amico prestanome del chiosco

08 luglio 2020
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OLBIA. Se ne andava in giro in moto quando veniva in Sardegna a prendere il sole e a curare i suoi interessi a Porto Istana, Luca Palamara. Moto non sue, ma che gli dava in uso gratuito Federico Aureli, titolare di una concessionaria di moto a Roma e socio della “Kando Istana Beach”, il chiosco bar di Porto Istana di cui Palamara – come emerge dall’inchiesta della Procura di Perugia – risulta essere socio occulto. E pare che il pm romano si sia beccato spesso pure delle multe. «Ma – assicura Aureli rispondendo alle domande della Guardia di finanza che ha condotto le indagini – mi ha sempre restituito i soldi». Sono alcuni particolari che emergono nell’inchiesta che ha travolto il magistrato romano ed ex componente del Csm indagato per corruzione dalla Procura di Perugia. Un’inchiesta arrivata fino ad Olbia e alle sue spiagge, quella di Porto Istana, in particolare, dove Palamara era di casa. L’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati risulta essere proprietario del bar tramite un prestanome, il commercialista romano Andrea de Giorgio, suo amico fraterno e compagno di scuola, come lui stesso l’ha definito. Nella compagine societaria, anche Federico Crotti e Federico Aureli. Oltre alle domande sull’assetto societario, Aureli ha spiegato ai finanzieri come mai Palamara gli inviasse spesso foto di contravvenzioni. «Do in uso moto a molti miei amici di Roma che poi rivendo come usate – ha detto –. Negli ultimi due anni Palamara ne ha preso una nel periodo estivo che ha portato in Sardegna dove affitta la casa vicino alla mia. In effetti ha preso molte multe con le mie moto, ma mi ha sempre restituito i soldi, nella maniera più assoluta», si è affrettato a precisare l’imprenditore.

Invitato a fare luce sulla “Kando Beach” che gestisce il chiosco bar di Porto Istana, Andrea De Giorgio, sentito a sommarie informazioni nell’ottobre 2019, ha spiegato che la società è stata costituita alla fine del 2016 da lui, Aureli e Crotti e che lui, era il prestanome di Palamara, intestatario formale in via fiduciaria. Ha spiegato di aver anticipato 23mila euro per la quota e che l’amico magistrato nel corso del tempo gli aveva restituito 14mila euro. Dalle carte emerge però che De Giorgio abbia anche pagato dei viaggi aerei per Palamara e l’amica Adele Attisani, e di aver ricevuto nel tempo incarichi da magistrati della Procura di Roma. A questo punto, spunta fuori il nome del pm Stefano Rocco Fava, magistrato conosciuto anche in Gallura per aver condotto l’inchiesta sulla presunta turbativa d’asta per la vendita di villa Ragnedda che coinvolge diversi magistrati: era stato lui ad affidargli l’incarico di custode giudiziario. Dato emerso dall’analisi dei messaggi contenuti nel cellulare di Palamara e circostanza confermata dallo stesso De Giorgio. Il quale ha evidenziato di essersi dimesso dall’incarico di custode giudiziario che aveva ricevuto da Fava e dalla dottoressa Calabretta in seguito alla vicenda giudiziaria che aveva coinvolto il magistrato romano.

I difensori di Palamara intanto chiariscono una frase detta dall’ex pm e fraintesa da diversi quotidiani. «Il messaggio nel quale Palamara afferma “è uno sconforto…una spiaggia vergognosa”, si riferisce non alla gestione del chiosco ma all’autonoma gestione della spiaggia cui ogni anno Palamara corrisponde il prezzo dell'abbonamento per lettini e ombrellone attraverso bonifici. Lamentele che ogni cittadino è nel diritto di formulare in caso di disservizio», dicono. Smentiscono, infine, qualsiasi interessamento nella vicenda giudiziria della moglie di Aureli.

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