La Nuova Sardegna

Mesina: ancora perquisizioni in paese

Mesina: ancora perquisizioni in paese

I militari passano al setaccio le campagne, ma per ora del bandito non c’è traccia

08 luglio 2020
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ORGOSOLO. Nuove perquisizioni e controlli a Orgosolo e nelle campagne vicine a caccia di Graziano Mesina. L’attenzione dei carabinieri del Comando provinciale e dei Cacciatori di Sardegna è concentrata soprattutto sulla cerchia dei familiari e dei conoscenti dell’ex primula rossa del banditismo sardo che da quasi una settima è svanito nel nulla. Lo cercano in tutta la Sardegna. A 78 anni, seppur stanco e con qualche acciacco, Mesina non si è rassegnato all’idea di tornare in carcere, dopo aver riassaporato per un anno la libertà. L’ultimo avvistamento risale al pomeriggio di giovedì scorso, poi un buco di diverse ore fino al momento in cui, intorno alle 22.30 i militari, andati a bussare a casa della sorella per notificargli l’ordine d’arresto, dopo la condanna definitiva della Cassazione a 30 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, si sono resi conto che non c’era. Un lasso di tempo in cui l’ex ergastolano potrebbe aver raggiunto luoghi lontani, o semplicemente un posto sicuro vicino al paese, godendo della complicità e della protezione di alcune persone, punto di riferimento sicuro. Grazianeddu non guidava, perciò pensare che possa essersi allontanato tanto è improbabile. Come, del resto, è difficile immaginarlo sul Supramonte, protetto dalla solidarietà dei pastori del luogo: i tempi sono cambiati. C’è chi, proprio a Orgosolo, dubita che Mesina possa resistere a lungo in questo stato di irreperibilità che a breve potrebbe trasformarsi in latitanza.

Tra le ipotesi più accreditate c’è l’avvio di una trattativa con gli inquirenti per un’eventuale resa, in vista dell’ottenimento di benefici o misure detentive meno pesanti. Grazianeddu si sarebbe allontanato senza documenti né denaro, hanno detto da subito le sue avvocate, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, pronte a sostenerlo nel caso decidesse di costituirsi.

Certo è che il borgo dei murales che in tutti questi anni è riuscito a rovesciare in opportunità turistiche l’immagine negativa del paese, legata alle vicende della criminalità, ora è di nuovo prigioniero di questo falso mito. Le strade e i vicoli del centro abitato vengono battute in continuazione dalle forze dell’ordine dalle prime ore della giornata.

I posti di blocco sono stati intensificati lungo tutte le arterie che collegano la Barbagia al resto dell’isola. Chi ha deciso di proteggere l’ex ergastolano, dopo averlo aiutato giovedì scorso a lasciare la casa di Corso Repubblica, l’ha fatto sapendo di rischiare molto. Anche se Grazianeddu “la solidarietà” continua ad averla garantita, sempre e comunque, dal contesto culturale in cui vive. (k.s.)

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