La Nuova Sardegna

Il grido dei sindacati: «Malati abbandonati si rischia il collasso»

di Claudio Zoccheddu
Il grido dei sindacati: «Malati abbandonati si rischia il collasso»

Sit-in sotto il Consiglio: subito riaperture e assunzioni Il Pd: «Visite ed esami bloccati, la maggioranza è immobile»

10 luglio 2020
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SASSARI. L’elenco è lungo e la misura è colma. La sanità sarda rischia di collassare definitivamente per un concorso di colpe da dividere tra Quota 100 e il blocco delle attività causate dal Covid-19. Per questo, ieri, le segreterie regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil si sono date appuntamento sotto il palazzo del Consiglio regionale, a Cagliari, per chiedere l’intervento rapido della politica. Tra le richieste c’è l’immediata riapertura in sicurezza delle attività ordinarie, ospedaliere e ambulatoriali, per la prevenzione delle malattie e per l’abbattimento delle liste d’attesa, che hanno raggiunto dimensioni preoccupanti. Ma per risolvere i problemi non basta la buona volontà, servono assunzioni di medici, infermieri e personale tecnico. Molte e subito.

Le richieste. «Serve un piano straordinario di assunzioni, quelle fatte in questo periodo non bastano neanche per coprire le uscite per Quota 100 – dice Fulvia Murru di Uil Fpl – poi c’è da potenziare la medicina territoriale e aumentare definitivamente i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Ci sono 42 milioni nel Decreto Rilancio per la Sardegna da rendere strutturali, bisogna individuare i punti di debolezza del sistema e intervenire per dare servizi di qualità. E se si vogliono recuperare i mesi di blocco causati dal lockdown, bisogna far lavorare gli ambulatori e i servizi di diagnostica 24 ore al giorno. Per farlo servono medici, infermieri, macchinari e strumenti diagnostici». Roberta Gessa (Cgil), ricorda che «lo stato di agitazione di tutta la sanità sarda è cominciato due mesi fa, abbiamo incontrato le aziende sanitarie e l'assessore, ma ancora non c'è stato alcun riscontro. Noi diciamo che bisogna procedere immediatamente con le assunzioni perché i servizi rischiano di chiudere». Ma c’è anche la partita economica: «Gli operatori sardi – spiega Gessa – sono i meno pagati d’Europa. Qua si stanziano risorse per tutti ma non per la sanità».

I capigruppo. Una delegazione dei sindacati è stata ricevuta dai capigruppo e dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. «La politica deve sterzare – dice Daniele Cocco (Leu) – c’è una risoluzione sulle liste d'attesa che è rimasta lettera morta. Stesso discorso sulle stabilizzazioni». «È ora di dare risposte ai cittadini e agli operatori sanitari. Questa situazione non può andare avanti», aggiunge Desiré Manca (M5s). Gianfranco Ganau (Pd) auspica un nuovo modello di governance: «I commissariamenti sono un limite, si dovrebbero nominare i direttori generali almeno nelle strutture dove è possibile come il Brotzu e l'Aou di Sassari».

L’attacco del Pd. «Non è possibile prenotare visite specialistiche o esami tramite il Cup – attacca il coordinamento del Pd regione –. Il Covid ha evidenziato le carenze di una sanità già zoppa ma ora, nella lenta ripresa, il diritto alla salute dovrebbe essere già tornato al centro dell’agenda ma così non è. La responsabilità è dell'assessorato regionale alla sanità e dell’Ats, arenati in un assordante e inaccettabile immobilismo».



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