Di Stasio: l’isola stia vicina ai suoi figli
L’orgoglio del generale dei Diavoli Rossi: «Fiero di essere il loro comandante»
11 luglio 2020
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SASSARI. Pronto ad affrontare un grande impegno insieme ai suoi Dimonios. Il generale Andrea Di Stasio affronta con orgoglio la nuova missione.
Generale, qual è l'importanza di questa missione che proietta la Brigata in un complesso scenario internazionale?
«La Brigata "Sassari" è chiamata ancora una volta a portare alto il tricolore nella terra libanese dove, nell'ambito delle Nazioni Unite, è chiamata a svolgere una delicata missione di peacekeeping. Scopo primario della nostra presenza è il mantenimento della stabilità e della sicurezza nel Paese, in supporto al governo libanese per l’effettivo e legittimo controllo del Sud della regione. Dare sicurezza e stabilità non è un compito facile, né breve. Evitare ogni forma di conflitto o un'escalation sarà il nostro compito principale».
In che cosa consiste la missione e che differenze ci sono rispetto alla prima esperienza?
«La missione consiste nel monitorare la cessazione delle ostilità tra Israele e Libano e preservare le condizioni per un cessate il fuoco permanente che siano garanzia di pace, sicurezza e stabilità a lungo termine. Inoltre, saremo chiamati ad assistere le forze armate libanesi e a supportare la popolazione civile. I "diavoli rossi" potranno contare su un solido bagaglio di esperienze e su un'approfondita conoscenza della cultura e delle tradizioni locali».
Essendo la prima uscita sul campo post Covid, come si sono svolti i preparativi militari?
«La Brigata "Sassari" si è preparata con impegno, dedizione e serietà, conducendo una serie di lunghe e intense attività addestrative propedeutiche all'impiego nel rispetto delle procedure igienico-sanitarie previste dalle disposizioni ministeriali, facendo ricorso anche ai moderni sistemi di simulazione. Prima della partenza tutto il personale è stato sottoposto a una serie di misure di sorveglianza sanitaria per prevenire possibili rischi di contagio da Coronavirus».
Un messaggio ai "sassarini" e alla Sardegna...
«Ai miei "dimonios" dico che sono fiero di essere il loro comandante e di avere sempre fiducia nelle loro capacità. Tutti insieme, uniti, cercheremo di rendere onore all'Italia e all'Esercito Italiano, operando in un contesto delicato, forti del sostegno del Paese e della Sardegna intera. A questa terra meravigliosa chiedo di essere vicina ai suoi figli che vanno lontano, lasciando a casa le proprie famiglie e i propri amici per portare la pace in un'area di vitale importanza per la stabilità del Medio Oriente».
Generale, qual è l'importanza di questa missione che proietta la Brigata in un complesso scenario internazionale?
«La Brigata "Sassari" è chiamata ancora una volta a portare alto il tricolore nella terra libanese dove, nell'ambito delle Nazioni Unite, è chiamata a svolgere una delicata missione di peacekeeping. Scopo primario della nostra presenza è il mantenimento della stabilità e della sicurezza nel Paese, in supporto al governo libanese per l’effettivo e legittimo controllo del Sud della regione. Dare sicurezza e stabilità non è un compito facile, né breve. Evitare ogni forma di conflitto o un'escalation sarà il nostro compito principale».
In che cosa consiste la missione e che differenze ci sono rispetto alla prima esperienza?
«La missione consiste nel monitorare la cessazione delle ostilità tra Israele e Libano e preservare le condizioni per un cessate il fuoco permanente che siano garanzia di pace, sicurezza e stabilità a lungo termine. Inoltre, saremo chiamati ad assistere le forze armate libanesi e a supportare la popolazione civile. I "diavoli rossi" potranno contare su un solido bagaglio di esperienze e su un'approfondita conoscenza della cultura e delle tradizioni locali».
Essendo la prima uscita sul campo post Covid, come si sono svolti i preparativi militari?
«La Brigata "Sassari" si è preparata con impegno, dedizione e serietà, conducendo una serie di lunghe e intense attività addestrative propedeutiche all'impiego nel rispetto delle procedure igienico-sanitarie previste dalle disposizioni ministeriali, facendo ricorso anche ai moderni sistemi di simulazione. Prima della partenza tutto il personale è stato sottoposto a una serie di misure di sorveglianza sanitaria per prevenire possibili rischi di contagio da Coronavirus».
Un messaggio ai "sassarini" e alla Sardegna...
«Ai miei "dimonios" dico che sono fiero di essere il loro comandante e di avere sempre fiducia nelle loro capacità. Tutti insieme, uniti, cercheremo di rendere onore all'Italia e all'Esercito Italiano, operando in un contesto delicato, forti del sostegno del Paese e della Sardegna intera. A questa terra meravigliosa chiedo di essere vicina ai suoi figli che vanno lontano, lasciando a casa le proprie famiglie e i propri amici per portare la pace in un'area di vitale importanza per la stabilità del Medio Oriente».