La Nuova Sardegna

PALAU. Chicco Porcu, amministratore delegato di Arst, è salito a bordo del trenino verde all’altezza del lago del Liscia ed è rimasto in treno sino alla pausa prevista per il pranzo. «Il servizio del trenino verde funziona perché Arst lo garantisce con le sue risorse ma se questo è possibile il merito è anche della Regione che ha firmato un contratto da 7,5 milioni di euro all’anno per tre anni che ci permette di viaggiare. Poi c’è un contratto da 10,5 milioni una tantum, firmato dalla vecchia amministrazione regionale, che ci permetterà di sistemare le parti del tracciato che adesso sono chiuse. I lavori della ferrovia tra Sassari e Tempio, per esempio, sono già partiti e saranno conclusi entro il 2022. Adesso la sfida è far fruttare gli investimenti: «Il nostro obiettivo è massimizzare le ricadute economiche sul territorio innescate dai viaggi del Trenino verde. Per questo come Arst incentiviamo e promuoviamo le collaborazioni in grado di proporre il viaggio sul treno all’interno di un servizio turistico più ampio», aggiunge Porcu. La dichiarazione è un assist agli operatori turistici, un invito a mettere a frutto l’investimento su un prodotto denso di fascino e dalle enormi potenzialità. Allo stato attuale, perlomeno sulla tratta tra Palau e Tempio, mancano proprio le esperienze collaterali, quelle che potrebbero trasformare il fugace viaggio di un giorno in una densa settimana di vacanze nella Sardegna meno conosciuta. Un prodotto formidabile che attende di spiccare il volo. E, superate le incertezze sulla sicurezza che avevano fatto slittare il primo viaggio del 2019 ad agosto, quando c’era l’intenzione di proporre un calendario di 12 mesi, ci ha pensato il lockdown a sospendere tutto un’altra volta. Ora si riparte in cerca di collaborazione. E del rilancio di un’attrazione che merita miglior fortuna e un posto d’onore nel panorama turistico regionale. (c.z.)