La Nuova Sardegna

«Sagre, solo limiti e rischi» Gli organizzatori si defilano

di Antonello Palmas
«Sagre, solo limiti e rischi» Gli organizzatori si defilano

Saltano ovunque appuntamenti attesi, come quello del Vermentino di Monti Il sindaco Mutzu: «Impossibile controllare un evento che attira 20mila persone»

17 luglio 2020
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SASSARI. «Impossibile, impensabile»: con questi due aggettivi il sindaco di Monti Emanuele Mutzu descrive l’eventualità di dare vita alla Sagra del Vermentino, che da anni si svolge nella prima settimana di agosto. L’ordinanza che apre alle sagre non cambia i problemi degli organizzatori nell’anno del Covid e anche Monti è costretta a dire stop: «Non si farà al 100% – dice a malincuore, considerando anche l’indotto di 250mila euro per l’economia del paese – Dovremmo studiare una sagra contingentata, ma che senso avrebbe? Questa è una manifestazione che porta 15-20mila persone in un centro di 2000 anime, tutti attaccati al bancone, gente che si passa il calice, folla concentrata nel piazzale della cantina, balli di gruppo con i turisti: l’assembramento è fisiologico, come si fa a limitarlo? Non ci sono le condizioni per rispettare le normative». E saranno in molti a fare questa scelta per gli eventi previsti a luglio-agosto. C’è anche chi ha già pagato da mesi i contratti, aerei e hotel degli artisti e rischia di uscire con le ossa rotta.

«Purtroppo mancano i tempi tecnici – spiega Lorenzo Corda, presidente degli ingegneri di Sassari esperto di piani di sicurezza degli eventi – le norme già stringenti lo diventano ancora di più a causa dell’emergenza sanitaria e in pochi si vorranno accollare i rischi, già pesanti. E comunque occorre effettuare le verifiche, ci sono passaggi burocratici obbligati, e poi firmare i contratti con gli artisti. Per quest’anno la vedo dura. C’è grande paura, ricordiamoci che mancheranno gli sponsor, messi in ginocchio dalla crisi». Come sarebbe possibile il distanziamento in una sagra gastronomica, ad esempio? «Un evento, all’aperto, deve valutare presenze e spazi e e si deve tenere presente che in 200 metri quadrati possono stare più o meno 40 persone. C’è da capire se a queste condizioni esiste un rientro economico. Non credo comunque che prima di un mese sia possibile organizzare alcunché, se non piccole feste religiose. E sarà un dramma anche economico, basti pensare soltanto agli ambulanti che dagli stand nelle sagre vivono».

«Ma vi sono tante altre figure professionali che non guadagneranno – dice Ilaria Vincentelli, presidente della proloco di Santa Teresa – pensiamo ad artisti, fonici, chi monta il palco, l’antincendio. Una piccola economia che gira nel territorio e che viene meno. Tutti i finanziamenti che ogni anno le istituzioni stanziavano sono stati giustamente convogliati per sostenere il sociale in seguito all’emergenza Covid. E con l’innalzarsi del livello delle misure di sicurezza le spese richieste ai promotori di eventi sono cresciute, infatti noi non faremo quasi nulla. C’è un problema di spazi che non possono più essere utilizzati come al solito, la piazzetta che prima era in grado di ospitare quella festa ora non lo è più. Saltano soprattutto gli eventi che vivono dell’afflusso di gente: farli a numero chiuso non ha senso, si perde il concetto stesso di sagra, di libertà. E ricordiamo che i presidenti dei comitati organizzatori hanno a che fare con un quadro di regolamenti già confuso prima, figuriamoci ora con il Covid, e sono responsabili penalmente in prima persona. Nessuno vuol rischiare».

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