La Nuova Sardegna

Incompiute nei Comuni, la Regione mette il turbo

Silvia Sanna
Incompiute nei Comuni, la Regione mette il turbo

Già finanziati interventi per 45 milioni per realizzare strade, scuole e palestre

23 luglio 2020
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SASSARI. L’elenco è lungo e comprende opere mai finite e già invecchiate in mezzo alla polvere. Alcune di queste non vedranno mai la luce: il lento trascorrere del tempo è stata la loro condanna a morte, perché nel frattempo sono diventate inutili, non più funzionali, oppure sono state sostituite. Ma in moltissimi casi per le incompiute c’è ancora una speranza. Sia per quelle opere bloccate da molti anni e finite di diritto nell’anagrafe regionale, sia per quelle sospese spesso a un passo dal traguardo e che chiedono di essere tirate fuori dalla palude. La Regione, assessorato ai Lavori pubblici, in questi mesi sta scattando una fotografia accurata del non finito: attraverso una serie di sopralluoghi da un capo all’altro dell’isola l’assessore Roberto Frongia e il suo staff stanno verificando lo stato dell’arte per capire dove e come intervenire. «L’obiettivo è tendere una mano alle amministrazioni che si trovano in difficoltà nel garantire servizi, quasi sempre perché a corto di risorse. I Comuni hanno bisogno di liquidità per completare opere ferme – dalle strade, alle scuole, alle piscine, alle strutture sportive. Ma in alcuni casi sono fermi anche progetti per la realizzazione di centro storici. Per accelerare l’iter – spiega l’esponente della giunta Solinas – abbiamo già proceduto a tre rimodulazioni di risorse che hanno garantito una iniezione di liquidità nelle casse di Comuni ed Enti pubblici e stiamo verificando lo stato di alcune tra le opere rimaste al momento fuori dalla programmazione». Attraverso il piano infrastrutture e i fondi Fsc sviluppo e coesione, la giunta ha già messo in campo risorse per quasi 45 milioni di euro per finanziare completamenti di opere comunali e liberare dalla polvere le incompiute.

Il “non finito” storico. Nell’elenco delle incompiute regionali, aggiornato al 2019, ci sono 80 opere. Sono suddivise in tre categorie: quelle sospese oltre i termini contrattuali (43), quelle i cui lavori sono stati interrotti senza indicare una di ripartenza (31) e quelle finite e mai collaudate perché non rispondono ai requisiti fissati nel contratto (6). Extra elenco ci sono opere bloccate di rilevanza nazionale, per esempio il completamento della strada statale Sassari-Tempio, il cui progetto per l’eliminazione della ultime curve prima della città gallurese, risale a 40 anni fa. Ma tra le incompiute c’è qualcuna che negli ultimi mesi è stata risvegliata dal letargo: «È un’enorme soddisfazione – dice l’assessore Frongia – essere riusciti a reperire i finanziamenti per fare ripartire i lavori sulla Diga di Cumbidanovu, iniziati 50 anni fa e interrotti innumerevoli volte». L’altra opera citata da Frongia è la statale 195 Sulcitana «con il via ai lavori nel terzo lotto che proseguono speditamente. Per molti altri interventi, insieme all’Anas cerchiamo fonti di finanziamento». Nel dettaglio, sono 8 le incompiute storiche che potranno vedere la luce grazie allo stanziamento di complessivi 27milioni450mila euro che serviranno per rimettere in moto le ruspe e gli operai nei cantieri.

I completamenti. Le opere comunali finanziate sono al momento molte di più: 25, per un importo totale di 17milioni 190mila euro. Il numero totale viaggia nell’ordine di alcune centinaia e le segnalazioni da parte delle amministrazioni comunali sono continue: «Ci muoviamo sulla base delle indicazioni che arrivano dal territori – continua Frongia – andiamo a verificare le condizioni delle opere ferme, lo stato d’avanzamento dei lavori per valutare gli importi necessari per completare gli interventi». Di recente lo staff dei Lavori pubblici ha eseguito un sopralluogo a Villamassargia, dove i lavori nella palestra sono fermi da 20 anni. Nell’elenco di opere comunali che ripartiranno figurano parchi pubblici, aree sportive, palestre (a Narcao) e ma anche teatri (a Fonni). Molte opere si trovano in forte stato di degrado perché sopo lo stop ai lavori non è seguita neanche la manutenzione ordinaria. C’è tanto da fare insomma, ma l’obiettivo della giunta regionale è chiaro: mettere a disposizione delle comunità beni e infrastrutture molto attese ed evitare di allungare ulteriormente il già corposo elenco delle incompiute. Per una questione di decoro ma anche e soprattutto per offrire lavoro: «Sbloccare le opere significa creare occupazione e generare indotto – conclude Frongia – per questo andremo avanti nella ricerca delle risorse necessarie con l’obiettivo di soddisfare il maggior numero di richieste».

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