La Nuova Sardegna

Regione, serve un piano per salvare le Dop sarde

Pasquale Porcu
Regione, serve un piano per salvare le Dop sarde

Adeguamento alle norme europee: incontro al ministero delle Politiche agricole. Le decisioni rinviate a settembre, ma ora si deve elaborare una proposta

24 luglio 2020
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SASSARI. Guerra del Cannonau, se ne riparla tra un mese. Questo in estrema sintesi il risultato dell'incontro che si è svolto ieri mattina al ministero delle politiche agricole per quanto riguarda l'adeguamento delle norme italiane alle disposizioni comunitarie in materia di legislazione dei vini a denominazione di origine protetta, Dop. La materia è certo complessa. Ma, fermo restando il fatto che non si può disattendere una legge europea, c'è la possibilità di trovare una forma giuridica che non penalizzi i vini finora blindati e che possono perdere la loro tutela? La parola passa alle regioni che ora dovranno trovare la soluzione da presentare al Mifap sul futuro di Cannonau, Semidano, Girò, Nuragus e Nasco. Il provvedimento riguarda anche altri vini italiani, come il Sagrantino di Montefalco e l'Albana di Romagna.

A dare fuoco alle polveri è stata l'associazione degli enologi ed enotecnici sardi che, una volta annusato il pericolo che stavano correndo i vini sardi, ha subito mobilitato gli undici consorzi sardi dei produttori di vino, in particolare quelli del Cannonau. Tutti straordinariamente (finalmente) compatti e determinati a far valere le proprie ragioni. Se quei cinque vini perdessero la tutela di cui hanno goduto fino a ora, anche altre regioni italiane potrebbero produrre e vendere le loro bottiglie sfruttando l'appeal del Cannonau di Sardegna o del Nuragus.

Cresce di ora in ora, intanto, il numero di associazioni, enti, istituzioni che condividono la battaglia dei sardi per difendere la loro cultura enologica e la loro economia. «La forza del vino è quella di identificarsi con il suo territorio e di riuscire a trasmetterlo con i suoi sapori e profumi», ha scritto ieri in una nota la Coldiretti Sardegna che ha coinvolto in questa battaglia anche le strutture nazionali. Potere che porta ad associare il nome dl vitigno alla terra di origine. Quando pensiamo ad un cannonau, automaticamente associamo l’immagine della Sardegna ed in particolare quella del centro.

Un’identificazione totale che non può essere messa in dubbio o scalfita dalle norme e dalla burocrazia. Per questo Coldiretti Sardegna bolla «come assurdo e da rispedire immediatamente al mittente, attraverso una presa di posizione forte e collettiva guidata dalla Regione, la norma europea che rischia di “liberalizzare” e quindi di poter vedere nelle etichette di altri vini italiani il nome di alcuni vitigni tipici sardi, in primis il Cannonau».

«Questa battaglia ci deve vedere tutti in prima linea ed uniti – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -, sarebbe una sconfitta non solo della viticoltura ma di tutta la Sardegna. Ci appelliamo alla Regione affinchè faccia tutti i passaggi formali del caso e batta i pugni nel tavolo in difesa della nostra distintività».

«È una norma che va bocciata e rispedita al mittente – continua il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – il vino e territorio ed è giusto che l’utilizzo dei nomi sia appropriato alla terra di provenienza storica».

Anche la Regione, attraverso l'assessore Gabriella Murgia, ha preso posizione e ieri ha inviato una nota per chiedere un incontro alla ministra all'agricoltura per discutere del problema. «Siamo contenti della mobilitazione_ dice Alessandro Dettori a nome degli undici consorzi dei produttori_ . Ma la nostra battaglia prosegue fino a quando i problemi dei vitivinicultori sardi non saranno del tutto risolti, rivedendo tutta la materia delle denominazioni di tutela».

«Siamo già al lavoro per arrivare a una proposta concreta e condivisa dal comparto del vino sardo - dice Mariano Murru, presidente dell'assoenologi Sardegna - Non solo, siamo stati anche incaricati di occuparci del problema analogo al nostro che interessa il Sagrantino di Montefalco e l'Albana di Romagna».

«Il Cannoau è un simbolo della Sardegna, non è pensabile che questo nome possa essere associato in maniera fraudolenta a vini prodotti in altre regioni», dice Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, che preannuncia un’interpellanza al Governo.

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