La Nuova Sardegna

in gallura 

Con gli spostamenti le falle restano

I professionisti ruotano su tre ospedali. Medici militari mai arrivati

28 luglio 2020
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OLBIA. La sanità in Gallura appare sempre di più un malato grave. Nelle tre strutture di Olbia, Tempio e La Maddalena, medici e servizi sono al collasso. Al Giovanni Paolo II non si riescono a garantire due sedute operatorie urgenti in contemporanea per mancanza di anestesisti. E si continuano a cercare soluzioni tampone spostando i medici all’interno della stessa Assl. L’ultimo ordine di servizio dell’Ats stabilisce che una cardiologa di Olbia vada per un mese al pronto soccorso del Paolo Merlo della Maddalena. Lasciando un reparto ancor più in ginocchio. La decisione di trasferire a turno gli anestesisti da Tempio per coprire il blocco operatorio a Olbia ha dimostrato di non funzionare. Il primo specialista arrivato è durato un giorno e mezzo. Il potere dello sdoppiamento appartiene ancora alla sfera del soprannaturale e non della scienza. Il risultato è che si rattoppa da una parte, per creare un ulteriore vuoto dall’altra. Era accaduto anche quando esplose il caso della Pediatria di Tempio, qualche settimana fa. Il reparto del Paolo Dettori era stato chiuso per mancanza di specialisti e per poterlo rimettere in funzione era stato “sottratto” un pediatra da Olbia. Molti avevano sperato nell’invio dei medici militari. Erano attesi un mese fa ma non sono mai sbarcati alla Maddalena in cui la situazione è tragica. Dei tre medici militari attesi a Olbia due sono specializzandi. Devono quindi essere affiancati da un tutor. Una situazione inaccettabile sfociata nella denuncia pubblica, in consiglio comunale, dei medici primari.

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