Vaccini, si parte in anticipo ma un piano ancora non c’è
di Roberto Petretto
Manca l’accordo coi medici di famiglia. Quasi raddoppiata la dotazione di dosi
02 settembre 2020
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SASSARI. Ci sarà una corsa al vaccino antinfluenzale nei prossimi mesi? È plausibile ipotizzarlo: il ministero della Salute consiglia vivamente il vaccino e consiglia di farlo in anticipo rispetto al passato. Ottobre potrebbe già essere il momento buono. Ma ci saranno scorte di vaccino sufficienti a soddisfare il prevedibile aumento della richiesta? E l’organizzazione reggerà? I dubbi sono leciti perché ancora manca l’accordo con i medici di medicina generale, sui quali ricadrà parte del lavoro.
Acquisti a giugno. La Regione sarda si è portata avanti col lavoro, perfezionando a giugno l’ordine dei vaccini per il 2020-2021: dosi quasi raddoppiate rispetto all’anno precedente. Si è passati infatti da 290mila a 530mila. «La Sardegna è la terza Regione in Italia ad avere espletato la gara - aveva annunciato trionfalmente l’assessorato alla Sanità al momento del perfezionamento dell’ordine - C’è la garanzia i di aver assicurato tutto il quantitativo necessario: sono infatti 530 mila le dosi acquistate per tutta la Sardegna contro le 290 mila dello scorso anno».
Richieste in aumento. L’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, è convinto che la dotazione di vaccini basterà a soddisfare le richieste. «Sono quasi il doppio rispetto all’anno precedente, credo proprio di sì». La Regione aveva assicurato a suo tempo che l’incremento sarà in grado di garantire «le coperture vaccinali, secondo il “trend” già avviato con la campagna vaccinale 2019-2020» ed era comunque necessario per ottemperare a quanto indicato dalla recente circolare Ministeriale: estensione della vaccinazione anche ai bambini da 0-6 anni ed agli adulti da 60 a 64 anni privi di patologie».
Come fare. Questo è il piano delle buone intenzioni. I vaccini ci sono e in Regione sono convinti che basteranno. Ma chi li somministrerà?E come, viste le limitazioni che il Covid impone anche negli studi e negli ambulatori medici? L’attuazione del piano di vaccinazione antinfluenzale passa per i medici di famiglia e per le strutture sanitarie di base.
«Dobbiamo ancora chiudere l’accordo con i medici di famiglia - ammette l’assessore Mario Nieddu -. Ne abbiamo uno di massima, ma dobbiamo siglare quello definitivo».
Sino all’anno scorso i medici di famiglia, con sale d’attesa affollate di pazienti, si prendevano carico anche della somministrazione dei vaccini. Ora dovranno, con maggiori limitazioni di tempo e di affollamento, soddisfare una domanda molto più vasta, forse doppia. Ce la faranno? «Dobbiamo fare in modo che i medici possano fare più vaccini - dice ancora l’assessore regionale alla Sanità -. Potenzieremo inoltre i servizi di igiene pubblica deputati alla somministrazione dei vaccini. Quindi metteremo in campo altre strategie se dovesse essere necessario».
I tempi. Settembre appena iniziato, ottobre già bussa alla porta: i tempi sono stretti, ma quelli di attuazione del piano vaccinale sono ancora vaghi: «Contiamo di partire il prima possibile - dice Mario Nieddu -, non ci vogliamo far cogliere impreparati, dal momento che, è sotto gli occhi di tutti, il virus circola ancora . Non possiamo commettere errori. Occorre un accordo con i medici perchè sono loro che devono fare vaccini, serve un accordo sindacale. Quando avverrà? La direzione dell’assessorato li deve convocare a brevissimo».
Il consiglio. «Uno dei motivi per cui consiglio a tutti di fare il vaccino antinfluenzale, dal giovane all’anziano, è che riduce drasticamente il ventaglio di sintomi e rende la diagnosi più semplice. Se accusi febbre e sei vaccinato, il campanello d’allarme suona subito», ha detto ieri alla Nuova Sardegna il direttore di Malattie infettive di Sassari, Sergio Babudieri. I medici, su soggetti vaccinati che presenteranno sintomi influenzali, potranno identificare le cause dell’alterazione in modo più immediato: «Un conto è eseguire un tampone con reagenti a 360 gradi - ha aggiunto Babudieri -, un conto è escludere da subito la metà delle ipotesi».
Il ministero della Salute ha dato indicazioni chiare: consiglia l’adesione alla vaccinazione antinfluenzale e suggerisce di anticipare la somministrazione. La campagna di vaccinazione antinfluenzale deve partire dall'inizio di ottobre. Non solo: deve essere comunque garantita « ai soggetti eleggibili» in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se in ritardo rispetto ai tempi consigliati per la vaccinazione».
Acquisti a giugno. La Regione sarda si è portata avanti col lavoro, perfezionando a giugno l’ordine dei vaccini per il 2020-2021: dosi quasi raddoppiate rispetto all’anno precedente. Si è passati infatti da 290mila a 530mila. «La Sardegna è la terza Regione in Italia ad avere espletato la gara - aveva annunciato trionfalmente l’assessorato alla Sanità al momento del perfezionamento dell’ordine - C’è la garanzia i di aver assicurato tutto il quantitativo necessario: sono infatti 530 mila le dosi acquistate per tutta la Sardegna contro le 290 mila dello scorso anno».
Richieste in aumento. L’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, è convinto che la dotazione di vaccini basterà a soddisfare le richieste. «Sono quasi il doppio rispetto all’anno precedente, credo proprio di sì». La Regione aveva assicurato a suo tempo che l’incremento sarà in grado di garantire «le coperture vaccinali, secondo il “trend” già avviato con la campagna vaccinale 2019-2020» ed era comunque necessario per ottemperare a quanto indicato dalla recente circolare Ministeriale: estensione della vaccinazione anche ai bambini da 0-6 anni ed agli adulti da 60 a 64 anni privi di patologie».
Come fare. Questo è il piano delle buone intenzioni. I vaccini ci sono e in Regione sono convinti che basteranno. Ma chi li somministrerà?E come, viste le limitazioni che il Covid impone anche negli studi e negli ambulatori medici? L’attuazione del piano di vaccinazione antinfluenzale passa per i medici di famiglia e per le strutture sanitarie di base.
«Dobbiamo ancora chiudere l’accordo con i medici di famiglia - ammette l’assessore Mario Nieddu -. Ne abbiamo uno di massima, ma dobbiamo siglare quello definitivo».
Sino all’anno scorso i medici di famiglia, con sale d’attesa affollate di pazienti, si prendevano carico anche della somministrazione dei vaccini. Ora dovranno, con maggiori limitazioni di tempo e di affollamento, soddisfare una domanda molto più vasta, forse doppia. Ce la faranno? «Dobbiamo fare in modo che i medici possano fare più vaccini - dice ancora l’assessore regionale alla Sanità -. Potenzieremo inoltre i servizi di igiene pubblica deputati alla somministrazione dei vaccini. Quindi metteremo in campo altre strategie se dovesse essere necessario».
I tempi. Settembre appena iniziato, ottobre già bussa alla porta: i tempi sono stretti, ma quelli di attuazione del piano vaccinale sono ancora vaghi: «Contiamo di partire il prima possibile - dice Mario Nieddu -, non ci vogliamo far cogliere impreparati, dal momento che, è sotto gli occhi di tutti, il virus circola ancora . Non possiamo commettere errori. Occorre un accordo con i medici perchè sono loro che devono fare vaccini, serve un accordo sindacale. Quando avverrà? La direzione dell’assessorato li deve convocare a brevissimo».
Il consiglio. «Uno dei motivi per cui consiglio a tutti di fare il vaccino antinfluenzale, dal giovane all’anziano, è che riduce drasticamente il ventaglio di sintomi e rende la diagnosi più semplice. Se accusi febbre e sei vaccinato, il campanello d’allarme suona subito», ha detto ieri alla Nuova Sardegna il direttore di Malattie infettive di Sassari, Sergio Babudieri. I medici, su soggetti vaccinati che presenteranno sintomi influenzali, potranno identificare le cause dell’alterazione in modo più immediato: «Un conto è eseguire un tampone con reagenti a 360 gradi - ha aggiunto Babudieri -, un conto è escludere da subito la metà delle ipotesi».
Il ministero della Salute ha dato indicazioni chiare: consiglia l’adesione alla vaccinazione antinfluenzale e suggerisce di anticipare la somministrazione. La campagna di vaccinazione antinfluenzale deve partire dall'inizio di ottobre. Non solo: deve essere comunque garantita « ai soggetti eleggibili» in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se in ritardo rispetto ai tempi consigliati per la vaccinazione».