La Nuova Sardegna

No alla Dorsale, ira bipartisan in Senato

Cucca (Italia Viva) e Floris (Forza Italia), criticano i Cinquestelle e giudicano la scelta «un colpo mortale all’economia sarda»

04 settembre 2020
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CAGLIARI. Giovedì prossimo si chiuderà l’esame del decreto semplificazioni che contiene anche la parte dedicata alla metanizzazione. Il dieci settembre la Camera conta di terminare il lavoro sul decreto, che sarà licenziato dal Senato, come ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, già domani. Visti i tempi ci sarà il voto di fiducia, con il maxiemendamento all’articolo 1 sostitutivo dell’intero articolato del provvedimento.

Ieri ancora reazioni negative alla decisione, anticipata dalla Nuova, sul no del governo agli emendamenti presentati da parte della sua maggioranza e dalle opposizioni proprio all’articolo 60, che disegna uno scenario di metanizzazione applicabile solo alle due principali aree industriali. Dopo lo sconcerto del Pd, arrivano le critiche dei senatori Giuseppe Cucca (Italia Viva) e Emilio Floris (Forza Italia), autori di due emendamenti estensivi delle agevolazioni tariffarie all’intera isola. «Con una mossa dettata dalla cieca ideologia della decrescita, il Movimento Cinque Stelle ha spinto e ottenuto che fossero bocciati gli emendamenti presentati fra gli altri anche da Italia Viva e Forza Italia, che avrebbero finalmente dotato la Sardegna di una rete capillare di distribuzione del metano, destinata sia alla popolazione che agli insediamenti industriali, mascherando il rifiuto con la consueta scusa della mancata copertura, totalmente inconferente». Così Cucca e Floris. «Un vero e proprio colpo mortale all'economia dell'isola – spiegano – una follia, considerando che non ha metano e che c'era già un accordo Stato-Regione, chiuso con il Governo Renzi, che lo prevedeva. Il Movimento Cinque Stelle ora spieghi ai sardi perché li ha privati della possibilità di essere messi al passo con le altre regioni».

La partita per la bocciatura dei tre emendamenti presentati in commissione (compreso anche quello del Pd) si è giocata nella Commissione Bilancio di Palazzo Madama, che per legge deve esprimersi su tutte le proposte e i disegni di legge per verificare se abbiano o meno copertura finanziaria. In quella sede sia il relatore dell’Olio che la sottosegretaria Laura Castelli, entrambi Cinquestelle, hanno espresso parere contrario a tutti e tre i testi, anche a quello riformulato dal Pd per venir “incontro” ai desiderata grillini, proprio adducendo come motivo la non copertura finanziaria del provvedimento per le casse dello stato. Una scelta a dir poco originale, perchè gli eventuali, e a questo punto quasi abortiti, lavori per costruire una rete sarda, di cui la dorsale ne sarebbe stata il fulcro, non sono a carico delle casse dello stato, ma degli utenti del sistema energetico. Semmai il vero cuore del problema, come sempre, sono i soldi: “chi paga” per la rete. Solo i sardi, o secondo un principio di reciprocità, un ambito sovraregionale o nazionale? Era questo il vero nodo da sciogliere, risolto cassando gli emendamenti favorevoli alla dorsale.(g.cen.)

@gcentore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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