La Nuova Sardegna

Cala Gonone, ancora nessuna prova del ritorno della foca monaca

di Simonetta Selloni
Cala Gonone, ancora nessuna prova del ritorno della foca monaca

Non erano di un cucciolo i resti ritrovati nel litorale di Dorgali. L’esperta: «Ma gli avvistamenti sono frequenti»

06 settembre 2020
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DORGALI. Disappunto ma anche sollievo. Il disappunto: non appartengono ad un cucciolo di foca monaca i resti dell’animale trovato nella spiaggia di Cala Gonone il 29 agosto. Che potesse trattarsi di una foca, i cui ultimi avvistamenti nel Golfo di Orosei risalgono agli anni ’70, era una deduzione basata sulle immagini della carcassa fotografata da una persona, che le ha inviate al Corpo Forestale. Solo le immagini, perché i resti sono stati portati via dal mare prima che la Forestale potesse recuperarli.

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L’analisi di quelle immagini ha indotto forse a un eccesso di ottimismo, sia la Forestale che l’Istituto zooprofilattico (sede di Tortolì), alla quale erano state inviate per un primo parere. Il sollievo però viene proprio dal fatto che la carcassa non è di una foca monaca: «Speriamo di riprendere ad osservare la foca monaca viva anche a Cala Gonone», sottolinea Giulia Mo, biologa dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) del ministero dell’Ambiente. È lei l’esperta – dottorato di Ricerca in biologia e patologia dei mammiferi marini a Padova, con una tesi sull’anatomia e morfometria del cranio della foca monaca, e un incontro ravvicinato con l’ultimo esemplare avvistata a giugno nell’ arcipelago toscano – alla quale sono state inviate le immagini per dirimere la questione. «Non è una foca, lo testimoniano le ossa anteriori, in particolare il radio e l’ulna, lunghi e non corti e tozzi. Ma lo è il cranio e l’orbita oculare non coincidono con quelli di alcun tipo di foca. È più assimilabile a un felino». Giulia Mo ha parlato con la donna che ha scattato le foto. E poi le ha visionate in alta definizione. «Intanto bisogna ringraziare la signora che ha avvisato. I cittadini che si dimostrano vigili, attenti, sono il veicolo fondamentale per le segnalazioni, è il cosiddetto citizen science che ci aiuta nel caso di animali rari, per i quali è difficile avere un programma di monitoraggio efficace». Il sollievo: «non è un cucciolo morto, sarebbe stato grave. Il fatto che non sia una foca, non significa che questo animale non tornerà anche a Cala Gonone e nel Golfo di Orosei. In Sardegna abbiamo tanti avvistamenti documentati: nel 2015 a Porto Corallo, poi nel 2017 a Sant’Antioco, Capo Carbonara, Villasimius». Ma è fondamentale che i cittadini continuino a dare prova di senso civico e non si stanchino di segnalare gli avvistamenti: «Poi si approfondisce, non c’è da restare delusi». Le possibilità che la foca torni in modo più stabile anche a Gonone, ossia per partorire e allattare, sono legate alla capacità di renderle l’ambiente favorevole: «Se c’è il pesce e il luogo è a basso disturbo, non c’è ragione per cui non torni. Il ritorno di una specie rara come la foca monaca è una ricchezza per il nostro mare, non un deficit. Speriamo di poterla prestissimo osservare, da viva, di nuovo». Con il rispetto dovuto a un ospito gradito se dopo tanto tempo decidesse di tornare a trovarci. Magari per restare.

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