La Nuova Sardegna

La fuga del giovane toro fermata da una fucilata

di Stefania Puorro
La fuga del giovane toro fermata da una fucilata

L’animale aveva caricato un motociclista, un agente e due guardie zoofile

06 settembre 2020
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OLBIA. È stato abbattuto con una fucilata. Dopo avergli sparato addosso, con un’arma speciale, due fiale di anestetico. Troppo blande, evidentemente, per calmare il toro. «Non avevamo alternative - ha detto il veterinario Salvatore Amadori -. Continuava a essere inferocito e il farmaco iniettato non lo ha nemmeno tramortito. C’era il serio rischio, considerato ciò che era già accaduto prima, che potesse saltare ancora sulla strada ed essere pericoloso per le persone».

Si è conclusa in modo drammatico e dopo circa tre ore la fuga di un giovane toro, scappato da un terreno vicino alla Basa. L’animale ha scatenato il panico nella zona nord della città: ha attraversato strade, sopraelevate, bretelle, infilandosi in mezzo a macchine e camion. Sino a trovare rifugio tra gli alberi e i cespugli di un’ampia area verde, proprio sotto la panoramica per Golfo Aranci.

Ma prima di arrivare sino a qui, ha percorso chilometri. Impaurito e disorientato. Ed è per questo che ha cominciato a lanciarsi contro chi si trovava di fronte.

Tre le persone rimaste ferite: un agente di polizia e due guardie zoofile. Il toro ha prima fatto cadere un motociclista fermo sul ciglio della sopraelevata nord (per lui tanto spavento, ma nessuna contusione), poi ha preso a cornate l’auto di una squadra volante della polizia e subito dopo si è lanciato contro un agente del commissariato che, per riuscire a proteggersi, si è dovuto buttare in mezzo ai rovi: ha riportato graffi e ferite al collo e a un braccio. Il toro ha colpito, ma per fortuna non con le corna, anche due guardie zoofile dell’Ages trasferite subito al pronto soccorso per accertamenti: le loro condizioni non sono comunque preoccupanti.

L’allarme è scattato poco prima delle 10. Quando il toro, che si è allontanato da un recinto nell’area della Basa, ha raggiunto la sopraelevata nord (quella che porta ad Arzachena).

Sul posto si sono precipitati gli agenti della polizia locale e una volante del commissariato: a loro il compito di bloccare subito il traffico per evitare qualunque situazione di rischio e seguire a distanza l’animale. Tempestivo anche l’arrivo dei vigili del fuoco, con due mezzi. Ma il toro si è fatto spazio tra le auto e si è diretto sulla bretella che porta nella zona industriale e verso i diversi svincoli. È stato in questa fase che, in momenti diversi, si è scagliato contro l’agente di polizia e le guardie zoofile.

Dopo circa un’ora e mezzo l’animale ha raggiunto il terreno sotto la panoramica, ricco di vegetazione, e lì si è nascosto. Senza più farsi vedere. La zona è stata circondata (nel frattempo sono arrivati anche gli uomini del corpo forestale) e ogni possibile via di fuga è stata chiusa. Il toro era ormai circondato. Bisognava solo riuscire a bloccarlo. Ma non si poteva farlo muovendosi a piedi. Così la polizia locale si è mobilitata per trovare un mezzo adeguato con il quale riuscire a raggiungere il toro (falliti tutti i tentativi di individuarlo anche con l’aiuto di un drone) e attorno a mezzogiorno e mezzo ne è arrivato uno della Protezione civile: a bordo sono saliti il veterinario Salvatore Amadori e un cacciatore. Il medico aveva già preparato due fiale di anestetico, da sparare addosso al toro non appena fosse uscito dai cespugli. E così ha fatto. «Ma non è servito - ha rimarcato Amadori -: se è vero che l’anestetico comincia a fare effetto dopo almeno 15 minuti, è vero anche che il toro era ancora molto pericoloso e aggressivo. Ripeto: non c’erano alternative». E alle 13 in punto è stato ucciso.

Il proprietario non sarebbe stato ancora identificato e il toro (che sino al tardo pomeriggio di ieri non era stato ancora rimosso dal terreno in cui è stato abbattuto) non aveva le etichette di identificazione nelle orecchie.



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