La Nuova Sardegna

Turismo in Sardegna: «La stagione è già finita, gettare le basi per il 2021»

di Roberto Petretto
Turismo in Sardegna: «La stagione è già finita, gettare le basi per il 2021»

Paolo Manca (Federalberghi): «Presentiamoci sul mercato con regole certe»

06 settembre 2020
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SASSARI. I colori, i profumi, i suoni sono quelli di sempre, forse addirittura più belli, così prepotenti in mezzo alla sparuta presenza umana di questo inizio settembre così insolito per la Sardegna. I turisti sono pochi, le spiagge e il mare intorno all’isola risplendono, ma gli alberghi sembrano scenografie di un set cinematografico in attesa di protagonisti e comparse. La stagione si avvia a conclusione. Con amarezza: «Purtroppo a settembre i numeri non sono cresciuti - dice Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna -. Abbiamo pagato il trambusto mediatico che c’è stato ad agosto».

Spettacolo per pochi. I gioielli dell’isola sono a disposizione dei pochi che hanno saputo o voluto resistere e dei locali. Ma la maggior parte dei turisti è rimasta a casa o ha scelto altre mete. «C’è stata qualche disdetta, ma soprattutto non ci sono state nuove prenotazioni e quindi si sta andando verso chiusure anticipate - dice ancora Manca -. Gli alberghi chiuderanno a un ritmo del 20 per cento a settimana, per arrivare a fine mese con gli alberghi annuali che saranno gli unici aperti». Il mercato si è fermato: «In questo periodo in Sardegna arrivavano di solito soprattutto gli stranieri. Ma con quello che sta accadendo in Francia, Spagna, Germania è comprensibile. Questo è un anno in cui la Sardegna ha perso 85 per cento del mercato estero».

Alberghi sani. Dal punto di vista del contenimento della pandemia gli albergatori non hanno nulla da rimproverarsi: «L’andamento della situazione in Sardegna - ricorda Paolo Manca - ci dice chi ha lavorato bene, e tra questi ci sono sicuramente gli hotel dove il contagio non si è diffuso, e chi la lavorato male».

Pensare al 2021. Addio senza rimpianti, dunque a una stagione disastrosa. ma guai a dimenticare, sia gli errori che le cose positive. È già tempo di pensare al 2021: «Siamo quasi in ritardo per l'anno prossimo, siamo quasi all’ultima chiamata». È questo l’allarme del presidente degli albergatori. Se si vuole rimettersi in corsa per l’estate 20121 bisogna fare delle cose e bisogna farlo adesso. «Lo sentiamo da tutti i più autorevoli sistemi di controllo: se il vaccino arriverà, non sarà prima della metà del prossimo anno. Quindi dobbiamo organizzarci prevedendo che almeno la parte iniziale della prossima stagione sarà con la presenza del virus. Dobbiamo programmare da adesso se si vuole cominciare a maggio».

Quel piccolo vantaggio. Prendendo per buono il principio secondo il quale dalle grandi crisi nascono delle opportunità, Manca spiega cosa bisognerebbe fare: «Abbiamo un piccolissimo vantaggio: quello di poter utilizzare l’esperienza di questa estate. Senza voler dare le colpe a questo o a quello, abbiamo capito che, volendo, si sarebbero potuti fare i controlli. Magari anche solo su base volontaria. probabilmente ci sarebbe stata disponibilità da parte dei turisti. Ora, capisco anche l’esigenza politica di scaricarsi colpe tra governo nazionale e governo regionale, ma se si voleva avere maggior controllo si poteva fare. Detto questo, impariamo dall’esperienza fatta. Perché non possiamo più sbagliare».

Confusione vietata. Basta alle guerre di competenze, basta alla confusione: «È indispensabile avere delle norme chiarissime da oggi. Prevediamo in controlli, poi, se non ci dovesse essere bisogno, saremo sempre in tempo per toglierli. Si deve prevedere un piano d’azione fattibile, applicabile a tutti, che non provochi i disastri mediatici a cui abbiamo assistito quest’anno».

Regole certe. Il 2020 può indicare cosa è necessario: «È il momento per dire quali regole, quali protocolli, quali procedure saranno attivi - incalza il presidente di Federalberghi -. Dobbiamo dire ai turisti cosa troveranno, cosa accadrà in caso qualcuno di loro dovesse risultare positivo. Dobbiamo far sapere se ci saranno hotel covid o no, se ci saranno rientri garantiti o no».

La difficile promozione. Nessuna campagna promozionale potrà avere effetto se non sarà in grado di dire con chiarezza cosa si potrà fare e non fare. Manca usa una metafora: «La politica deve fare un passaggio serio e rendersi conto che garantire questi requisiti equivale a realizzare un’infrastruttura, una strada. Ecco: i protocolli di sicurezza per la prossima stagione sono come una strada immateriale. Non possiamo farne a meno. Il turista ci chiederà: se entro in contatto con un contagiato, cosa succede? A questa domanda non siamo in grado di rispondere».

È il momento di organizzarsi: «Non di chiacchierare su chi sia più responsabile tra Roma e Cagliari. Il tempo per agire c’è, ma bisogna agire adesso. Dobbiamo essere i primi a presentarci sul mercato con protocolli chiari e definiti. Per efficaci campagne di comunicazione bisogna avere certezze perché altrimenti la boutade di un singolo personaggio come Briatore rischia di mettere in crisi un intero settore».

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