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Coronavirus, c'è l'obbligo sul test per entrare in Sardegna: l'ordinanza di Solinas a rischio stop

Silvia Sanna
Coronavirus, c'è l'obbligo sul test per entrare in Sardegna: l'ordinanza di Solinas a rischio stop

Chi non fa l’esame prima di partire dovrà comunque eseguirlo entro 48 ore. Il ministro Boccia apre un’istruttoria e ribadisce: no al passaporto sanitario

13 settembre 2020
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SASSARI. L'ordinanza che doveva chiarire tutti i dubbi ha generato molta confusione al punto che il governatore Solinas emetterà una circolare esplicativa per chiarire i punti più critici. Dovrà farlo in tempi rapidi, considerato che già domani l'ordinanza entrerà in vigore con le norme restrittive per regolamentare gli ingressi in Sardegna. L'obiettivo annunciato dal governatore è quello di proteggere l'isola e arginare la diffusione del virus in un momento considerato molto critico: con l'estate c'è stato un picco dei contagi e il bollettino quotidiano ogni giorno viaggia a doppia cifra. La contromossa della Regione è una ordinanza che prevede test sanitari per chi vuole arrivare in Sardegna - in partenza o entro 48 ore dall'arrivo - in una versione solo leggermente rivisitata della vecchia idea del passaporto sanitario o certificato di negatività sulla quale Solinas spingeva a lungo all'inizio dell'estate. Sul documento - e di conseguenza anche sulla circolare esplicativa attesa per oggi - c'è già l'attenzione del ministro Boccia, con l'apertura di una istruttoria che dovrà verificarne la legittimità. Nel frattempo il ministro ribadisce "l'incostituzionalità del passaporto sanitario, che non esiste tra nessun Paese, figuriamoci tra una Regione e l'altra".

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Le nuove regole. Uno degli aspetto più controversi è questo: fare il test è obbligatorio? La risposta è sì, anche se il testo dell'ordinanza non è chiarissimo. O meglio: il test o tampone non è imposto nella fase iniziale, chi si imbarca per la Sardegna non deve necessariamente esibire il certificato di negatività o mostrare il documento che conferma l'esecuzione dell'esame. Ma chi non ha già fatto il test deve farlo all'arrivo nell'isola: qui scatta l'obbligatorietà sulla quale è presumibile si stia concentrando l'attenzione del Governo. L'ordinanza prevede che i viaggiatori si rivolgano alle Autorità sanitarie per eseguire l'esame entro le 48 successive all'arrivo e in attesa dell'esito stiano in isolamento fiduciario. All'articolo 10 dell'ordinanza si parla di "test molecolare o antigenico da effettuarsi per mezzo di tampone a cura dell'azienda sanitaria locale e o una struttura privata accreditata". Dal momento che queste in Sardegna non sono ancora state autorizzate a eseguire i tamponi (l'unico centro di riferimento è il Mater Olbia) è legittimo dedurre che saranno accettati anche i test sierologici, sia quello con prelievo venoso sia il rapido "pungidito", con referto entro 24 ore il primo e subito con il secondo.

Drive in. Nell'ordinanza non c'è un richiamo esplicito alla possibilità di eseguire il test allo sbarco nelle postazioni allestite nei porti e negli aeroporti. È questa la strada scelta da altre regioni per incentivare i controlli e renderli meno complicati per chi viaggia. La Regione non la esclude ed è possibile che nella circolare il tema venga approfondito. Ma al momento non ci sono accordi con le società di gestione.

Moratoria per i sardi. Anche questo aspetto non emerge dall'ordinanza e ha generato forti dubbi. Il governatore Solinas ha infatti garantito che chi si sposta dalla Sardegna alla Penisola e rientra entro 48 ore, non dovrà sottoporsi ad alcun test. Si attendono lumi dalla circolare ma l'interpretazione dovrebbe essere questa. La moratoria di 48 ore riguarda soltanto i sardi in partenza e non quelli di rientro. Un esempio: il sardo che parte da Alghero il venerdì pomeriggio per Milano o qualsiasi altra destinazione e rientra la domenica pomeriggio, non dovrà fare il test. Se invece torna in Sardegna il lunedì, cioè la sua permanenza supera le 48 ore, dovrà sottoporsi all'esame. Non c'è la moratoria al contrario: il sardo che arriva nell'isola da Milano il test dovrà farlo anche se riparte entro le 48 ore, in questo caso potrà sottoporsi all'esame all'arrivo e darne comunicazione alle autorità sanitarie dell'isola. Come? Inviando l'esito per mail oppure con una autocertificazione sulla quale potranno essere disposte verifiche. Nessuno "sconto" per i non sardi: tutti dovranno fare il test anche per viaggi di brevissima durata. È legittima questa distinzione? Chissà.

Gli esclusi. Il test non sarà richiesto a chi viaggia per ragioni di lavoro o salute, a prescindere dalla durata. Niente test neppure per chi "esercita attività funzionali ad organi costituzionali", come i magistrati e i parlamentari, purché appunto nell'esercizio delle funzioni. Nessuna esenzione per chi si sposta per ragioni personali.

Chi paga. Il costo dei test è a carico di chi lo fa e i prezzi variano a seconda del tipo di esame al quale ci si sottopone. Il viaggiatore che fa il test sierologico o rapido e l'esito è positivo o dubbio, dovrà necessariamente fare anche il tampone. Il test lo pagherà lui - dai 20 ai 40 euro - il tampone sarà invece a carico del servizio sanitario. Se invece il turista deciderà di fare subito il tampone perché dà maggiori garanzie di affidabilità, lo pagherà per intero. La Regione ha annunciato la possibilità di stanziare una somma per rimborsare le spese. E questo di sicuro sarebbe un buon incentivo.

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