La Nuova Sardegna

La rivolta dei cittadini: «Regole confuse e ingiuste»

di Alessandro Pirina
La rivolta dei cittadini: «Regole confuse e ingiuste»

Proteste dall’isola e da oltre Tirreno contro il provvedimento della giunta E c’è chi decide di non partire per la penisola o di rinunciare alla vacanza

13 settembre 2020
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SASSARI. L’ordinanza che doveva tutelare la regione rischia di trasformarsi in una trappola che blocca i sardi in Sardegna e impedisce a chi è nella penisola di arrivare nell’isola. Disposizioni poco chiare, tempistiche impossibili da rispettare, discordanze tra quanto dichiarato dal governatore e quanto risulta scritto nell’ordinanza. Un caos normativo che è rimbalzato dal sud al nord dell’isola, fino ad arrivare ovviamente oltre Tirreno. Ieri per l’intera giornata il centralino della Nuova è stato preso d’assalto da decine di cittadini alla ricerca di chiarimenti. Sardi che devono andare nella penisola, turisti che si sono ritagliati fine settembre per una vacanza nell’isola, sardi che vogliono tornare a votare per il referendum. Tutti vogliono spiegazioni su una ordinanza che anziché dare risposte ha complicato loro la vita. Una donna chiama da Genova, ha già il biglietto per venire a trovare la figlia, ma non sa come deve comportarsi con i test. «Ma me li devo pagare io? Ma come fa Solinas a prevedere una cosa del genere? Ma lo sa che siamo tutti italiani?». Ce l’ha con il governatore, ma la sua rabbia non è dettata dalla politica. «Solinas dovrebbe imparare da Toti e Bucci (rispettivamente governatore della Liguria e sindaco di Genova, entrambi di centrodestra, ndr) che nell’affrontare il Covid hanno fatto un lavoro egregio». Subito dopo è il turno di un’altra donna. Lei chiama da Bergamo. «Immagini tutto quello che noi abbiamo vissuto quest’anno, mi sono ritagliata una settimana di vacanza alla Maddalena a metà settembre, proprio perché c’è meno gente. Ma ora non so più come fare. Dovrei arrivare lunedì (domani, ndr), non faccio più in tempo a fare il test prima di partire. Chi me lo fa il tampone in Sardegna? E quanto tempo devo stare in isolamento fiduciario visto che ho una sola settimana di vacanza?». Domande più che lecite che però restano senza risposta, anche perché le strutture pubbliche fanno il tampone solo a chi è sintomatico, mentre l’unico privato che per ora esegue gli esami su richiesta è il Mater Olbia. Troppo poco per soddisfare l’intera isola.

Squilla ancora il telefono. Questa volta la chiamata arriva da Sassari. «Ho letto che il governatore ha detto che è esentato dal test chi sta fuori dall’isola per 48 ore. Nell’ordinanza però non c’è scritto. È tutta la mattina che chiamo la Regione ai numeri indicati per avere informazioni ma squilla a vuoto. E anche le mail sono rimaste senza risposta. Non so come fare». Un dentista di Cagliari si fa vivo con una mail. Anche lui ha lo stesso quesito. «Devo partire martedì per lavoro ma sto pensando di rinunciare». C’è poi la questione voto. Il prossimo weekend c’è il referendum ma nell’ordinanza non se ne fa menzione. Arriva la mail di una ragazza di Terralba che lavora in Piemonte. «Ho programmato un rientro rapido solo per esercitare il diritto di voto. Dobbiamo forse credere che le Asl siano così tempestive da fare un tampone il venerdì sera e comunicarne l'esito entro il 21 mattina, ultima data disponibile per esercitare il diritto di voto? L'ordinanza prevede che finché non venga fatto il tampone e non si abbia ricevuto l’esito, si debba osservare isolamento fiduciario. Dunque, si è impossibilitati anche a recarsi al seggio».

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