La Nuova Sardegna

focolaio in barbagia 

A Orune 31 positivi e 150 in isolamento Il Comune finanzia test a tappeto

A Orune 31 positivi e 150 in isolamento Il Comune finanzia test a tappeto

SASSARI. Un solo positivo nel periodo più buio, un ragazzo che lavorava in una struttura per anziani. Trentuno positivi oggi, uno ogni 84 abitanti, e circa 150 persone in isolamento fiduciario da...

21 settembre 2020
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SASSARI. Un solo positivo nel periodo più buio, un ragazzo che lavorava in una struttura per anziani. Trentuno positivi oggi, uno ogni 84 abitanti, e circa 150 persone in isolamento fiduciario da sottoporre a controlli e alle quali garantire assistenza. A Orune il Covid si è manifestato il 29 agosto e da quel momento il paese nel cuore della Barbagia è diventato uno dei centri più colpiti dell’isola. «Mai avrei pensato di dover affrontare questa situazione – dice il sindaco Pietro Deiana – ma ci siamo subito rimboccati le maniche per affrontarla». Il primo cittadino, 70 anni, nonno di 5 bambini, ha agito con prontezza su due fronti: quello sanitario e quello della sicurezza. L’amministrazione ha contribuito con proprie risorse all’acquisto di 710 test sierologici: il Comune ha coperto la metà della spesa e si è fatto interamente carico dei costi per le famiglie non abbienti. «I test sono stati eseguiti nei giorni scorsi sul personale della scuola, docente e non docente, e sugli alunni: il risultato è stato confortante perché sono state rilevate solo 3 anomalie tra i bambini, per i quali è stato disposto il tampone. Siamo in attesa dell’esito». E sono circa 150 i tamponi eseguiti ai contatti delle persone positive «con una copertura complessiva che sfiora il 70% della popolazione». Nel paese di 2226 abitanti da qualche settimana si vive come sospesi «in attesa di vedere la luce fuori dal tunnel – dice il sindaco Deiana – e io confido che questo possa accadere ai primi di ottobre quando scadranno gli ultimi periodi di quarantena e ci auguriamo che i tamponi siano negativi». Nel frattempo la rete della solidarietà lavora senza sosta: il gioco di squadra tra autorità sanitarie, protezione civile, amministrazione e cittadini garantisce che «le famiglie in isolamento non si sentano mai abbandonate, così come altre persone che stanno affrontando la quarantena in solitudine: per esempio gli allevatori “reclusi” nelle loro aziende, dove possono continuare a lavorare senza però potersi spostare liberamente. Per questo ricevono la spesa e altri beni necessari come i medicinali». Tra i positivi ci sono anche giovani, ma l’età media è adulta «e quasi tutti sono asintomatici, nessuno per fortuna è in ospedale e questo è di grande conforto». Il sindaco Deiana la luce sembra già intravederla e anche per questo ha deciso che la vita deve andare avanti: «A Orune le scuole apriranno regolarmente martedì, tenerle chiuse non avrebbe senso dal momento che abbiamo lavorato moltissimo sulla sicurezza». Nell’istituto comprensivo del paese, popolato da circa 150 scolari, il distanziamento nelle aule è garantito e i piccoli, già sottoposti a test sierologico, all’ingresso troveranno un termoscanner che oltre a misurare la temperatura vigilerà anche sul corretto utilizzo della mascherina: «Se il bambino non ce l’ha si accenderà una luce rossa», dice il sindaco. Che poi aggiunge: «Ho 70 anni e verso la tecnologia sono un po’ diffidente. Per questo ho provato il termoscanner e funziona. Sa, sono il sindaco ma sono anche un nonno. E ai bambini, tutti, tengo moltissimo». (silvia sanna)

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