Dem e 5 Stelle, nel 2018 al 62 per cento
Sulla carta avevano i numeri per vincere ma hanno prevalso le divisioni
22 settembre 2020
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SASSARI. La politica non si fa con la calcolatrice. Le elezioni del collegio senatoriale di Sassari ne sono una dimostrazione. Nel 2018 Vittoria Bogo Deledda, candidata dal Movimento 5 stelle, aveva preso il 41,25 per cento dei voti. Oltre 103mila persone avevano barrato il suo nome sulla scheda. Il sardista Antonio Moro, scelto dal centrodestra, si era fermato a 80mila voti, pari al 31,8 per cento, mentre l’allora presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, Pd, non andò oltre il 19 con 47mila voti. C’era anche Leu, che dovette accontentarsi di 6mila voti, pari a poco più del 2. L’alleanza tra il centrosinistra e il Movimento 5 stelle, dunque, partiva da un bacino elettorale enorme. Quasi 160mila voti, il doppio degli 80mila presi nel 2018 dal centrodestra. Ma appunto la politica non si fa con la calcolatrice. Anche perché in questa tornata delle suppletive al voto si sono presentati molti meno elettori. Appena 145mila contro i 260mila di due anni fa. Ma anche con una affluenza più bassa il patto elettorale tra 5 stelle e Pd non avrebbe dovuto avere problemi. Ma il centrosinistra si è presentato diviso all’appuntamento elettorale e quell’enorme vantaggio che aveva sulla carta si è dissolto di fronte al grande risultato di Marras, il candidato delle altre sigle del centrosinistra che non hanno sposato l’alleanza M5s-Pd. Perché se Doria ha vinto con il 40 per cento, il restante 60 va (sulla carta) attribuito tutto al centrosinistra e ai 5 stelle: Corda al 28, Marras a un passo dal 25 e Salis al 6. La somma fa un risultato nettamente superiore al 40 ottenuto dal centrodestra, ma appunto la politica non si fa con la calcolatrice. Soprattutto se schiaccia il tasto delle divisioni. (al.pi.)
