La Nuova Sardegna

Il centrosinistra regge in Puglia e Toscana: finisce 3-3

Zaia a valanga in Veneto: la sua lista meglio della Lega Facili conferme per De Luca in Campania e Toti in Liguria 

22 settembre 2020
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ROMA. Pericolo scampato per il governo. I risultati in Puglia, con la conferma di Michele Emiliano, e soprattutto in Toscana, con l'elezione di Eugenio Giani, allontanano il pericolo di un contraccolpo sull'Esecutivo e sul Pd. E blindano la maggioranza. A puntellarla c'è poi l'esito del Referendum, con la solida vittoria del Sì. Per le Regionali il risultato finale è un pareggio, 3 a 3, con il centrosinistra che mantiene anche la Campania di Vincenzo De Luca e perde le Marche, dove vince Francesco Acquaroli (Fdi). Mentre il centrodestra si conferma alla guida della Liguria, con Giovanni Toti, e del Veneto, con la vittoria a valanga del leghista Luca Zaia.

Hanno festeggiato il segretario Pd, Nicola Zingaretti, e il M5s, che si è intestato la riduzione del numero dei parlamentari. Nel centrodestra c'è stato meno entusiasmo. Specie in casa Lega. Matteo Salvini sperava di «rifarsi» della sconfitta in Emilia Romagna, conquistando la Toscana con la «sua» Susanna Ceccardi. Un ribaltone nella regione da sempre rossa lo avrebbe rafforzato anche nella leadership del centrodestra, «insidiata» da Giorgia Meloni, che può sbandierare la conquista delle Marche. «Da nord a sud - ha scritto la leader di FdI - Fratelli d'Italia è l'unico partito che cresce in tutte le regioni al voto». Anche Salvini si è affidato a Facebook, per ricordare che «Lega e centrodestra saranno alla guida di 15 Regioni su 20». Poi ha rimarcato: «Non chiedo elezioni anticipate».

«Gli italiani - è il commento di Palazzo Chigi - hanno offerto una grande testimonianza di partecipazione democratica. Gli italiani hanno dimostrato un forte attaccamento alla democrazia». A voto ancora «caldo», Zingaretti «detta» la linea e «corteggia» Di Maio a distanza. Anche perché, probabilmente sulla vittoria dei candidati di centrosinistra in bilico ha pesato anche il voto disgiunto. «Se gli alleati ci avessero dato retta - ha fatto notare il segretario Pd - l'alleanza di governo avrebbe vinto quasi tutte le regioni italiane». Un assist al ministro degli Esteri, che ne ha approfittato per una critica al modo con cui il M5s si è presentato al voto: «Potevano essere organizzate diversamente e anche per il Movimento, con un'altra strategia». D'altronde nel M5s si sta giocando la partita per la leadership.

Il voto rafforza invece la segreteria di Zingaretti. Nei giorni scorsi, quando la Toscana era data in bilico, la poltrona del segretario non era apparsa particolarmente stabile. Un dato che non può dispiacere a Palazzo Chigi, con il premier Giuseppe Conte ufficialmente alle prese con il Recovery fund, ma che esce «indenne» dalla torna elettorale. L'esito del voto allontana anche l'ipotesi di rimpasto: «Non cadiamo in questo tranello», ha detto il segretario dem.

Il 3 a 3 di questa tornata di Regionali è caratterizzato da un forte protagonismo dei presidenti eletti, le cui liste civiche risultano addirittura il primo partito nel Veneto di Luca Zaia e nella Liguria di Giovanni Toti. Ma è anche una tornata all'insegna del voto utile, determinante in Toscana e Puglia dove è stato significativo il voto disgiunto di molti elettori di M5s. Il Movimento di Vito Crimi rimane su soglie modeste, lontano anni luce da quelle del 2018 e 2019, mentre il Pd non solo archivia la grande paura di perdere la Toscana, ma vi risulta di gran lunga il primo partito.

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