La Nuova Sardegna

Il voto disgiunto premia Emiliano, flop di Fitto

di Paola Laforgia
Il voto disgiunto premia Emiliano, flop di Fitto

Il governatore pugliese uscente vince di quasi 9 punti nonostante il mancato accordo con M5s e Iv

22 settembre 2020
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BARI. In Puglia non sono caduti nel vuoto i ripetuti appelli al «voto utile» e al voto disgiunto rivolti agli elettori del Movimento 5 stelle per evitare di mandare la Lega al governo della Regione. Sarà forse grazie a loro, e probabilmente anche alla capacità di portare alle urne gli elettori malgrado la paura del Covid, che il presidente uscente Michele Emiliano, candidato del centrosinistra, si appresta a restare altri cinque anni alla presidenza della Regione. Le ultime proiezioni gli danno con il 46% un vantaggio di quasi 9 punti percentuali sul suo sfidante Raffaele Fitto, candidato del centrodestra, che avrebbe il 37%. Resta invece terza e molto distaccata con l'11% la candidata del M5S, Antonella Laricchia, che ha ostinatamente rifiutato un accordo con Emiliano. Nella precedente sfida per le regionali del 2015, Laricchia ottenne oltre il 18% delle preferenze superando l'allora candidato del centrodestra e diventando la prima dei non eletti. Altri tempi e altre percentuali, anche rispetto alle politiche del 2018, quando i grillini furono primo partito con oltre il 44% delle preferenze in Puglia. Il centrodestra con Raffaele Fitto non avrebbe quindi centrato l'obiettivo, che sembrava a portata di mano, di riprendersi dopo 15 anni la guida della Regione che fu strappata proprio a Fitto da Vendola nel 2005. Fitto (FdI), sostenuto con grande impegno da Giorgia Meloni, aveva dovuto penare per ottenere la candidatura unitaria con l'appoggio anche della Lega che fino all'ultimo ha tentato di imporre un proprio candidato. Scelta unitaria che i leghisti forse non hanno digerito del tutto, visto che per tutta la campagna elettorale il leader, Matteo Salvini, che ha battuto la Puglia in lungo e largo, non si è mai presentato al fianco del candidato unitario, se non nel comizio di chiusura insieme con Meloni e Tajani. A dispetto dei sondaggi che davano Fitto in vantaggio, Emiliano riuscirà ad ottenere la vittoria malgrado la spaccatura con Italia Viva che, con Ivan Scalfarotto, sarebbe attorno al 2% e rischia di non entrare in Consiglio.

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