La Nuova Sardegna

la ripartenza della scuola

la ripartenza della scuola

SASSARI. Arrivano di corsa, uno accanto all’altro, mascherina calata sul mento oppure appesa al braccio. Raggiungono la fermata dell’autobus, alcuni accendono una sigaretta, tanti smanettano sul...

23 settembre 2020
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SASSARI. Arrivano di corsa, uno accanto all’altro, mascherina calata sul mento oppure appesa al braccio. Raggiungono la fermata dell’autobus, alcuni accendono una sigaretta, tanti smanettano sul telefonino, chiacchierano, si abbracciano. Il Covid non esiste, le distanze sono cancellate dal piacere di ritrovarsi. I vietatissimi assembramenti nel primo giorno di scuola post lockdown ci sono eccome. Non in aula, dove le distanze sono fissate con il centimetro e dove la mascherina, in questo caso indossata con attenzione, fa da filtro. Ma alla fermata degli autobus, dove tanti studenti pendolari aspettano il mezzo per rientrare a casa, le precauzioni saltano e la sensazione è che non ci sia una sufficiente percezione del pericolo. Anche a causa delle evidenti contraddizioni: che senso ha stare lontani in aula senza il compagno di banco se poi nell’autobus si viaggia affiancati?

A bordo. Il primo giorno di scuola non è sufficiente per fare una valutazione sulla situazione trasporti-studenti-sicurezza, proprio perché non è stato il primo giorno per tutti. Tra rinvii nelle aperture delle scuole e orari ridotti, il numero di passeggeri era più o meno dimezzato. Ma sulla maggior parte degli autobus in partenza all’ora di pranzo verso i comuni della provincia per riportare i ragazzi a casa, c’era il pienone. Posti a sedere tutti occupati, così come ha consentito la Regione recependo la proposta dell’80% di riempimento da parte del ministero: ridotti quelli in piedi, che comunque non sono stati azzerati. La ragione è semplice: in sei mesi l’Arst e la Regione non sono riusciti a disporre un piano di potenziamento anche minimo del servizio di trasporto, aggiungendo corse e rimpolpando il numero dei mezzi. E l’Arst nella lettera inviata ai sindaci qualche giorno fa ha confermato che l’offerta è la stessa dell’anno scorso precisando che si interverrà tempestivamente per risolvere le criticità che dovessero presentarsi.

I controlli. Nell’isola i mezzi ieri hanno viaggiato trasportando circa la metà dei passeggeri. E a parte un paio di casi, secondo il segretario regionale della Filt Cgil Arnaldo Boeddu i viaggi si sono svolti in sicurezza. «Ma la situazione è destinata a cambiare la prossima settimana quando il numero dei passeggeri aumenterà, per questo è prezioso l’ausilio offerto dalla tecnologia: l’Arst Spa ha messo in funzione una sala controllo che per 18 ore consecutive al giorno monitora ed esamina tutta la flotta degli autobus tramite telecamere a bordo le cui immagini vengono trasmesse in diretta sui monitor installati nella “control room” della Direzione Generale. In questo modo, qualora sorgano difficoltà o problemi, si potranno adottare tempestivamente le soluzioni più idonee».

Giù dall’autobus. Le proteste intanto sono già arrivate: una lettrice segnala «pericolosi assembramenti per salire sull’autobus Sassari-Ittiri». E dice: «Purtroppo i contagi in questo modo aumentano e basta. A mio parere (e non solo) per i pendolari sarebbe molto meglio effettuare la didattica a distanza, piuttosto che mandarli a scuola in queste condizioni di viaggio». (silvia sanna)

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