La Nuova Sardegna

Gambero rosso, 14 i vini sardi al top

Gambero rosso, 14 i vini sardi al top

Gli esperti della Guida: l’isola ha fatto grandi passi avanti ma servono i consorzi

24 settembre 2020
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SASSARI. Sono quattordici i vini sardi premiati quest’anno dalla Guida del Gambero rosso. L’isola conferma lo stesso numero dei Tre bicchieri dello scorso anno. A ottenere il prestigioso riconoscimento sono: Alghero Torbato Terre Bianche Cuvée 161 2018 delle Tenute Sella & Mosca; Cannonau di Sardegna 2017 di Antonella Corda; Cannonau di Sardegna Cl. Dule 2016 di Giuseppe Gabbas; Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena Pro Vois Ris. 2014 dei Fratelli Puddu; Capichera V. T. 2016 di Capichera; Carignano del Sulcis 6Mura Ris. 2016 della Cantina Giba; Carignano del Sulcis Sup. Terre Brune 2015 della Cantina di Santadi; Nuracada Bovale 2017 di Audarya; Terresicci 2014 delle Cantine di Dolianova; Turriga 2015 di Argiolas; Vermentino di Gallura Sup. Costarenas 2018 di Masone Mannu; Vermentino di Gallura Sup. Sciala 2018 di Surrau; Vermentino di Gallura Sup. Soliànu di Tenuta Matteu 2018 di Andrea Ledda; Vermentino di Sardegna Stellato 2018 di Pala.

«Nelle scorse edizioni della Guida – scrivono gli esperti del Gambero rosso – abbiamo sottolineato la crescita costante del vino sardo a prescindere dalle annate, più o meno buone. Se lo facessimo anche quest’anno rischieremmo di essere poco credibili. Invece no, non è così. Dagli oltre 600 campioni degustati esce una regione in gran forma. La qualità riscontrata è sempre più alta, ma non solo sotto il mero profilo sensoriale (equilibrio, armonia, complessità gusto-olfattiva). I bianchi e rossi proposti sono sempre più autentici, territoriali, rispettosi quindi dei vitigni nelle loro zone più vocate di appartenenza. Il lavoro in vigna è quello più duro, più importante (e anche quello che deve essere il più rispettoso dell’ambiente, per una produzione sempre più sostenibile), mentre in cantina ci si limita sempre più a compiere quelle azioni volte a valorizzare ciò che la natura produce».

Il Gambero rosso però lamenta il ritardo nella costituzione dei Consorzi. «Tutto ciò non è supportato a dovere dalle Denominazioni di Origine, ferme quasi tutte al loro anno di nascita. Sono troppo poche le Doc territoriali e avere dei disciplinari regionali per i vitigni più rappresentativi (cannonau, moscato e vermentino) non valorizza di fatto quanto detto in termini di terroir. Sarebbe ora che tutto il comparto prendesse in mano la situazione per dare alla Sardegna il posto che merita».

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