Stupiti e addolorati «Contro di lui c’è un complotto»
PATTADA. La notizia delle dimissioni di Becciu si è abbattuta come un macigno su un paese in fermento per le elezioni comunali del prossimo ottobre e che ora è costretto a spostare l’attenzione su un...
26 settembre 2020
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PATTADA. La notizia delle dimissioni di Becciu si è abbattuta come un macigno su un paese in fermento per le elezioni comunali del prossimo ottobre e che ora è costretto a spostare l’attenzione su un tema inatteso. Lo stupore è il sentimento che serpeggia in queste ore a Pattada, ore di apprensione e di dubbi. Ci si chiede soprattutto perché “don Angelino” si sia dimesso e che legame esista tra le casse della Santa Sede e la famiglia del prelato. Le chiacchiere si rincorrono senza sosta e senza ritegno e il paese si esprime sulla presunta colpevolezza del porporato ormai in pensione. «Siamo sicuri che Becciu sia innocente e all'oscuro di tutto – dice un gruppo di anziani che chiacchiera animatamente sotto i portici di piazza d’Italia, uno dei cuori pulsanti del paese – Il padre Antonio Maria a lui e ai suoi fratelli insegnò i valori importanti della vita. Senza quelli non sarebbe arrivato fin dove è arrivato» è la loro convinzione. I pattadesi, affezionati al loro prelato che ogni Natale non dimentica di ritornare nel suo paese a celebrare messa, così come per la festa della patrona Santa Sabina, il 29 agosto, pur non nascondendo la sorpresa per quanto accade in queste ore, hanno solo parole buone nei suoi confronti: «Conosciamo don Becciu come un persona gentile e tranquilla – si chiacchiera tra i clienti di un bar – e anche sulla sua famiglia non possiamo dire niente. Se ha sbagliato pagherà, ma in Vaticano se ne raccontano tante di storie, potrebbe trattarsi di una di quelle». E mentre nelle piazze e nei bar si grida all’innocenza, nelle chat sui telefonini ci si scambiano i link delle inchieste giornalistiche che dipinsero il cardinale Becciu come oscura figura dei sacri palazzi e potrebbero avvalorare la tesi dei “colpevolisti”. La comunità Pattada, scossa, non può che stare a guardare, inerme e impotente. (elena corveddu)