La Nuova Sardegna

Digitale senza crisi: 3mila imprese attive

Digitale senza crisi: 3mila imprese attive

Confartigianato: «Nell’isola il settore non ha subìto danni»

03 ottobre 2020
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SASSARI. Nel prima parte del 2020 sono state ben 2.920 le imprese digitali attive in Sardegna, l’1,7% del totale delle attività produttive. Il settore ha fatto segnare una crescita del 2,4% rispetto al 2019. Secondo gli ultimi dati disponibili a fine giugno, 385 vendono i propri prodotti sul web (13,2%), 139 hanno una attività di telecomunicazione (4,8%), 818 offrono consulenza informatica e producono software (28%) e ben 1.578 elaborano dati e creano portali web (54%).

Sono i numeri che emergono dal dossier “Le imprese digitali a metà 2020”, realizzato da Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati di UnionCamere-Movimprese 2019-2020, ha analizzato la diffusione del digitale nell’isola. A livello territoriale, 1.623 operano nella vecchia provincia di Cagliari (crescita del 3,4% rispetto al 2019), 852 nella provincia di Sassari-Gallura (+0,2%), 276 in quella di Nuoro (+3,8%) e 169 in quella di Oristano (+1,2%).

Dall’elaborazione emerge anche come nei mesi della crisi tra le micro e piccole imprese sarde il 19,9% abbia introdotto o diffuso lo smart working e di come il 29,7% abbia utilizzato canali alternativi di vendita, incrementando così l’uso dell’e-commerce. Spiegano il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi e Daniele Serra: «L’intensificazione del lavoro agile, il maggiore utilizzo del canale digitale da parte delle imprese e la crescita del commercio elettronico, durante i mesi della crisi Covid-19, hanno creato nuove opportunità per le imprese digitali, bilanciando il calo di domanda determinato dalla recessione. L’effervescenza della domanda, nel corso della crisi – continuano Matzutzi e Serra – ha delineato per il settore dell’informatica un andamento in controtendenza. Nei primi sei mesi del 2020 il fatturato dei servizi digitali segna, infatti, un aumento dello 0,5% nonostante la caduta del 17% delle vendite del totale dei servizi».

Nel secondo trimestre del 2020, inoltre, l’occupazione del settore segna un aumento del 4,1% a fronte di una diminuzione del 3,6% del totale degli occupati. Dall’analisi si nota anche che, nell'ultimo anno, le imprese digitali siano cresciute del +2,4% in controtendenza rispetto al -0,4% osservato per il totale delle attività produttive. «Il Recovery Fund è un’occasione che la nostra isola non può perdere – concludono Serra e Matzutzi – che possa arrivare una cospicua fetta di finanziamenti che servirebbero a concludere il progetto della Banda Ultra Larga, ridurre al massimo i costi di transazione della trasformazione digitale e incentivare all’acquisto di soluzioni tecnologiche adeguate».

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