La Nuova Sardegna

Istituto Panedda, Olbia, l’emozione del primo giorno anche per il nuovo dirigente dopo i dieci anni di Mutzu

di Paolo Ardovino
Istituto Panedda, Olbia, l’emozione del primo giorno anche per il nuovo dirigente dopo i dieci anni di Mutzu

L’istituto tecnico ora è guidato da Luigi Antolini, proveniente dallo scientifico “Mossa”: rinnovamento nella continuità

03 ottobre 2020
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Una rivoluzione nella rivoluzione. Oltre alle capriole che le scuole sono costrette a compiere per riuscire a farsi trovare pronte alla riapertura, la situazione dell’istituto tecnico Panedda è ancora più sensibile. Quando un dirigente scolastico lascia e un altro, nuovo, subentra, è sempre inevitabilmente motivo di piani che saltano, progetti rimodulati, organizzazione talvolta stravolta. Anche se stavolta, la parola rivoluzione in realtà stona.

Il passaggio da Gianni Mutzu, colonna storica dalla carriera pluridecennale e all’Itct dal 2010, alla reggenza di Luigi Antolini, già preside dello scientifico Mossa, è stata avvertita come «la soluzione migliore».

Così l’ha presentata l’ex numero uno dell’istituto, così sembrano accoglierla i docenti. Quindi niente drastica rivoluzione, un cambio al timone ma si prosegue sulla stessa linea. Per una scuola che continua a crescere e in città è tra i principali punti di riferimento dell’istruzione.

«Negli ultimi anni siamo riusciti a far parte e dar vita a molte iniziative, con tutte le limitazioni del caso vogliamo continuare su questa strada anche nei prossimi mesi»: così Manuela Menta, docente referente del progetto “La Nuova@scuola” che unisce il giornale alle realtà scolastiche isolane.

Dagli incontri fra giornalisti, professori e alunni sono sempre nati dibattiti fruttuosi, ci tiene subito a sottolineare.

«Avevamo altri 4-5 incontri in programma nell’ultima parte dello scorso anno scolastico ma la pandemia ci ha sorpreso, peccato, però col nuovo anno vogliamo continuare – così Manuela Menta – anche perché l’interesse degli studenti è molto forte».

Ogni mattina La Nuova Sardegna arrivava a scuola, «e ragazzi e ragazze hanno preso l’abitudine di chiedere il giornale per le proprie classi. Molti insegnanti si sono adattati nel proporre lezioni a stretto contatto con le notizie di attualità. Sì, la lettura del quotidiano nell’ultimo anno è diventato un rituale», e uno spunto di riflessione.

Commentare la cronaca locale come primo passo per spostare lo sguardo sui grandi temi della realtà in cui si è immersi. Nuove generazioni e carta stampata, insomma, non per forza viaggiano su due piani separati. Serve un contesto stimolante, e all'interno delle mura scolastiche, come conferma la docente, riesce a esserci. Proprio sulle pagine della Nuova, inoltre, nei mesi passati sono stati pubblicati i diari di alcuni studenti del Panedda che raccontavano il «loro» lockdown.

Sarà interessante sentire, ora, gli umori del ritorno tra i banchi, dopo giorni passati a far lezione davanti la webcam.

In città l'inizio delle scuole è stato posticipato martedì 29 settembre. Anche se quando all’istituto di via Mameli hanno ricevuto la comunicazione ufficiale, lunedì 21, loro erano già a scuola: «Un “primo giorno” lo abbiamo già testato – spiega la prof –, nel collegio docenti avevamo deciso di anticipare l’avvio per riuscire a rispettare le normative, perciò lunedì sono entrate classi terze, quarte e quinte, a orari diversi. Solo un’ora e mezza di lezione, più che altro per chiarire dubbi, e gli studenti hanno dimostrato di averne tanti, e spiegare le disposizioni».

I numeri all'interno della struttura ripercorrono quelli dello scorso anno. Circa 600 studenti, 24 classi totali.

Gli ingressi saranno tre per permettere le entrate contingentate. In aula, mascherina solo in mancanza di «metro statico», «al proprio posto, dove il metro di distanza è garantito, la si può abbassare – chiosa Menta –, ma nel momento in cui ci si muove, va messa su naso e bocca».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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