La Nuova Sardegna

«Il bacio a un ragazzo per dire no all’omofobia»

di Simonetta Selloni
«Il bacio a un ragazzo per dire no all’omofobia»

Fabrizio, uno dei protagonisti: abbiamo fatto il botto? Allora il problema esiste

09 ottobre 2020
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NUORO. «Io, Fabrizio Carta, parte della comunità Lgtb, l’ho fatto e lo rifarei, di vestire il mio costume sardo e comparire nel manifesto a sostegno dei Giovani democratici mentre bacio un altro ragazzo. L’ho fatto e lo rifarei senza indugio, mi sono messo in gioco anche per tutti quelli che vengono discriminati e non solo perché omosessuali». L’aveva mosso nel conto, di fare il botto, e lo aveva messo in conto anche Francesco Ruiu, segretario provinciale dei Giovani democratici che sostengono il candidato del Pd Carlo Prevosto. Il manifesto dei Gd raffigura due giovani che si scambiano un bacio. “Orgogliosi delle nostre tradizioni, orgogliosi delle nostre diversità». E se per Rostand il bacio è un “apostrofo rosa messo tra le parole t’amo”, il bacio gay è diventato pietra dello scandalo. Reazioni a tappo di spumante, un siluro sulla campagna elettorale cittadina. Social impazziti, anche oltre l’isola, web diviso tra chi plaude a quello che viene definito un atto di coraggio e chi non risparmia critiche. E insulti, anche in limba, giusto per tenere botta al costume identitario esibito dai due ragazzi.

«Abbiamo fatto il botto? Chiaro. Abbiamo affisso 23 manifesti con temi importanti per la città: il ruolo della donna, la rappresentanza dei giovani nelle istituzioni, la sicurezza delle strade. E questo, con il bacio gay, è l’unico di cui si parla. Perché non pensano che sia normale». Tra le tante critiche, l’aver voluto cavalcare l’onda mediatica della campagna elettorale. Che c’entra il tema Lgtb con le comunali di Nuoro? Becero marketing? Macché. «Ma io dico che questo è un nostro tema, un tema storico della sinistra. E infatti nella nostra lista c’è anche Fabrizio Biosa, omosessuale dichiarato. A Nuoro e nel circondario esser gay è ancora un problema, è giusto che la politica se ne occupi». E infatti nel manifesto c’è scritto anche che “L’omofobia è un problema cittadino”.

Preferisce mantenere l’anonimato l’altro ragazzo protagonista del bacio. Parla invece Fabrizio Biosa, candidato della lista dei Gd: «Voglio parlare di diversità perché bisogna chiamare le cose con il loro nome». E a chi pensa che l’omofobia a Nuoro non sia un problema, risponde: «Nessuno si è mai permesso di trattarvi in maniera diversa perché non rappresentavate il classico modello maschile, nessuno si è mai permesso di trattarvi in maniera diversa perché amavate una persona invece che un’altra. Nessuno di voi si è anche solo mai messo il dubbio di poter uscire preso per mano con il proprio partner, avendo paura delle ritorsioni. Io sì».

Spiega, Fabrizio Carta, che non è una carnevalata (altra accusa). «Il costume è il mio, io faccio parte di un gruppo folcloristico e lo indosso con fierezza. Penso che l’omofobia sia radicata a Nuoro. Vorrei che si cambiasse atteggiamento e si partisse dall’educazione, dal rispetto per tutti e verso le libertà di tutti».

La tempesta di reazioni a un’immagine che, nel 2020, dovrebbe essere una non notizia, fa riflettere. E fa dire a Francesco Ruiu che «è la dimostrazione che l’omofobia e la discriminazione c’è, eccome. Incassano ovviamente la solidarietà di Carlo Prevosto, i giovani democratici: «In queste ore la reazione di alcuni miei coetanei è di sgomento, quando va bene. Ma sono anche tanti e tante coloro, soprattutto giovani, che hanno capito e apprezzato il messaggio, che non sporca in alcuna maniera le nostre tradizioni, semmai le rende più vive. Il nostro cambiamento è anche questo: coraggio, dignità e stop all’omotransfobia».

E c’è rivendica la primogenitura del messaggio contro l’omofobia nella variante identitaria: è Nicola Mette, artista e performer di Sindia. Nel 2012 vestì alcuni ragazzi con l’abito da sposa. Collezionò insulti. Sull’utilizzo del bacio da parte dei Gd si è detto critico, ritenendo il momento (la campagna elettorale) non appropriato.

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