La Nuova Sardegna

Sassari città metropolitana e 6 province: c’è l’ok

di Umberto Aime
Sassari città metropolitana e 6 province: c’è l’ok

Via libera in commissione a Gallura, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis Cagliari lievita da 17 a 72 Comuni assorbendo gran parte dell’ex Sud Sardegna

14 ottobre 2020
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CAGLIARI. Quattro anni dopo stanno per tornare, le Province. La commissione riforme del Consiglio regionale ha approvato la nuova e definitiva mappa. In più ci saranno anche la neo Città metropolitana di Sassari e quella Cagliaritana, confermata ma lievitata.. Favorevole il centrodestra, astenuto il Pd, contrari Progressisti e M5s. A cavallo tra ottobre e novembre la proposta dovrebbe essere approvata dall’Aula. Però ci sarà un periodo di transizione e solo nel 2021 (in primavera?) lo schema – 6 Province e 2 Città metropolitane – andrà a regime. Saranno elette dai cittadini o ancora dai Consigli comuntappo i seggi rimarranno chiusi ali? Non si sa ancora. Esiste una legge nazionale, la Delrio, che non prevede per ora l’elezione diretta e finché ci sarà questo per le Provinciali.

La mappa. Oltre alle storiche Nuoro, 52 Comuni e 166mila abitanti, e Oristano, 87 e 171mila residenti, le altre quattro saranno: Olbia-Tempio, 26 e 139mila, Ogliastra, 23 e 59mila, Sulcis-Iglesiente, 23 e 134mila, e il Medio Campidano, 28 e 99mila abitanti. È nei fatti un ritorno allo schema del 2001, quando, a furor di popolo, furono varate le Province regionali, inaugurate nel 2005, poi abolite nel 2016 dopo che quattro anni prima i sardi le avevano rinnegate con un referendum.

Città metropolitane. La novità è Sassari, promossa dopo essere rimasta per tre anni nel limbo di un’improbabile rete urbana. Stavolta prenderà in tutto e per tutto il posto della Provincia: 66 Comuni e 328mila residenti. Quella di Cagliari, istituita nel 2017, è stata ampliata a sua volta, passando da 17 a 72 Comuni, assorbendo la soppressa provincia del Sud Sardegna. Sarà questo l’ente intermedio più vasto, 4.541 chilometri quadri, e più popolato, 543mila abitanti. Ma il Consiglio comunale di Cagliari ha votato un ordine del giorno: «No al mostro amministrativo».

Comuni di confine. La legge prevede che i cittadini potranno scegliere, con un referendum, a quale Provincia appartenere se prima non lo avrà deciso il Consiglio comunale all’unanimità. Nel frattempo Seulo è passato da Cagliari a Nuoro. In più, sempre nella legge, è previsto l’esperimento delle Unioni delle Province, che potranno essere tre, per gestire funzioni e servizi.

Gli schieramenti. Il centrodestra ha votato compatto a favore, ma sa bene che i Riformatori non sono per nulla contenti della riesumazione delle Province e in aula lo strappo dovrebbe consumarsi ancora un volta. In attesa del dibattito il presidente della commissione riforme, Pierluigi Saiu della Lega, ha detto: «Abbiamo mantenuto l’impegno con chi voleva ritornare autonomo e infatti questa riforma non è calata dall’alto ma condivisa». Antonello Peru, Udc-Cambiamo, che sarà il relatore di maggioranza, ha commentato: «Si tratta di un momento storico. Siamo pronti per varare una riorganizzazione degli Enti Locali più equilibrata e più funzionale». Soddisfatto anche il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, «abbiamo restituito rappresentatività ai territori», e i leghisti Dario Giagoni e Michele Ennas: «È una vittoria della gente». Il Pd s’è astenuto, ma Roberto Deriu, che sarà il relatore di minoranza, ha fatto sapere: «Nessuno ancora ci ha fatto sapere quanto costerà la riforma ai sardi. Nel frattempo, siamo riusciti a migliorare una bozza che era scritta male, molto male». Contrario Massimo Zedda dei Progressisti: «È solo propaganda. Senza chiarezza su trasferimenti, competenze e servizi, non cambierà nulla» . Infine Alessandro Solinas dell’M5s: «La spartizione delle poltrone è cominciata. Il centrodestra farà man bassa fra Asl, staff presidenziali e nuove Province».

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